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Futuro dell’Ilva. Quali le azioni necessarie?

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L’Ilva e’ in fase di risanamento, ma per  continuare servono risorse certe e sufficienti e poteri reali di commissariamento ambientale

 

L’Ilva di Taranto è in fase di risanamento ambientale : molte prescrizioni sono state attuate e tutte quelle prescritte sono state avviate. Anche i dati mostrano che il livello delle polveri sottili sia migliorato e benzo(a)pirene si è ridotto di 10 volte arrivando a 0,18 nanogrammi/ m3 (l’obiettivo di qualità di legge è 1).

‘A metà 2013, quando iniziò il Commissariamento, l’ILVA di Taranto –sottolinea Edo Ronchi- era a rischio di chiusura per incompatibilità ambientale. Con un solo anno di Commissariamento non si poteva certo risolvere una simile crisi, ma oggi la situazione è sostanzialmente migliorata: l’ILVA è un’azienda in via di risanamento ambientale, con interventi tutti definiti, progettati e in  parte realizzati e una consistente riduzione dei suoi impatti sull’ambiente, a partire dalla qualità dell’aria nella città di Taranto rientrata, per tutti i parametri, nella norma’.

 

Tanto ancora però può e deve esser fatto. ‘Mi sono battuto per un anno –conclude Ronchi- con spirito di servizio, per far fronte a innumerevoli difficoltà, in una delle realtà industriali più complesse del Paese, trovata in una crisi profonda. Con la pubblicazione in gazzetta del DPCM con il Piano ambientale, si è entrati in una fase nuova. Per completare i numerosi e complessi interventi, rispettando le scadenze prescritte dal DPCM-Piano ambientale  e affrontare la crisi dell’ILVA, sono necessarie però due condizioni’.

gc 

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