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Il nuovo piano vaccini: meno ticket e sanzioni ai medici contrari

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Il piano punta a garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d’età a rischio

Diminuiranno i vaccini sottoposti a ticket, ma potranno aumentare le sanzioni ai medici “anti-vaccini”; questo in sintesi il nuovo Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2017-2019. Il piano è stato approvato in Conferenza delle Regioni ed è pronto per incassare il via libera definitivo della conferenza Stato-Regioni.

Le nuove vaccinazioni previste nel piano sono l’anti-meningococco B e rotavirus (primo anno di vita), anti-varicella, anti-Hpv anche per i maschi undicenni, antipolio e anti-meningococco tetravalente per gli adolescenti, anti-pneumococco e vaccino per l’Herpes Zoster negli anziani, con l’obiettivo di aumentare progressivamente negli anni la copertura contro queste patologie.

L’obiettivo del piano, oltre a mantenere a zero il rischio polio, è annullare anche morbillo e rosolia. Per questo si punta a “garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d’età e popolazioni a rischio indicate, anche attraverso forme di revisione e di miglioramento dell’efficienza dell’approvvigionamento e della logistica del sistema vaccinale”, “aumentare l’adesione consapevole alle vaccinazioni nella popolazione generale”, “contrastare le disuguaglianze, promuovendo interventi vaccinali nei gruppi di popolazioni marginalizzati o particolarmente vulnerabili”. Per questo uno degli obiettivi del Piano è “sostenere il senso di responsabilità degli operatori sanitari, dipendenti e convenzionati con il Ssn, e la piena adesione alle finalità di tutela della salute collettiva che si realizzano attraverso i programmi vaccinali, prevedendo adeguati interventi sanzionatori qualora sia identificato un comportamento di inadempienza”, si sottolinea.

Per le nuove vaccinazioni si spenderanno 100 milioni di euro nel 2017, 127 milioni del 2018 e 186 nel 2019. Sono già stati stanziati nell’ultima legge di bilancio.

“D’accordo con i produttori, secondo il principio del partenariato pubblico-privato di rilevante contenuto sociale, e in piena trasparenza – si legge nel Piano vaccini – potrebbero essere individuati meccanismi negoziali che permettano, ad esempio, di diminuire il costo unitario del vaccino in proporzione al raggiungimento di tassi di copertura progressivamente più elevati”. Dunque, “saranno studiate procedure da concertare con le amministrazioni regionali e con i produttori per coordinare al livello nazionale i costi di acquisto, la possibile logistica e i meccanismi attuativi”.

Il Piano riconosce “difficoltà logistiche e organizzative da parte delle amministrazioni sanitarie locali per garantire l’erogazione e la piena fruibilità delle vaccinazioni inserite nel calendario vaccinale”. Per superarle “potrebbe essere attivato un fondo nazionale per i vaccini che possa co-finanziare le regioni in difficoltà oggettive a garantire, ancora una volta, l’uniformità, l’equità e l’universalità dell’offerta su scala nazionale”.

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malattie, salute, vaccini

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