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Il «blob» che uccide i merluzzi d’Alaska

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È dal 2013 che una massa d’acqua calda continua  a uccidere pesci nel Pacifico

Sembra incredibile a dirsi, eppure l’entità che sta creando scompiglio nel Pacifico dal 2013 è fatta di acqua: una massa che a volte attraversa interi tratti di oceano dall’Alaska al Sud America mietendo vittime. La chiamano «The blob» ed è una corrente di acqua di parecchi gradi più calda della temperatura media dell’oceano che riesce a creare un vero scompiglio quando compare.

La causa, ovviamente, a quanto dicono gli scienziati, è sempre la stessa di molti altri fenomeni distruttivi: il cambiamento climatico – e, quindi, indirettamente, noi.

A causa (soprattutto) di questo «blob», la popolazione del merluzzo d’Alaska è al livello più basso mai registrato e, infatti, a marzo, il governatore dell’Alaska Bill Walker ha persino contattato il governo federale per chiedergli di dichiarare la pesca al merluzzo in stato di calamità, in modo da poter raccogliere dei fondi di soccorso. In una lettera ha scritto che i governi locali sentiranno presto l’impatto sulla loro base economica e che lo stato dell’Alaska vedrà un calo delle entrate fiscali legate alla pesca, visto che si parla di un a diminuzione dell’83% dei merluzzi a partire dai dati del 2015.

Tra gli scienziati c’è chi pensa che la popolazione di questi pesci possa riprendersi e chi è pronto a scommettere che non ce la farà. Di fatto, questo evento si candida ad essere l’ennesimo esempio di quanto la mano dell’uomo riesca a devastare la fauna marina, in maniere così diversificate che, certe volte, assumono sembianze mostruose, come quella di una massa d’acqua calda che, comandata dai cambiamenti climatici, è assetata di merluzzi d’Alaska.

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