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Ripulire i rifiuti tossici del petrolio con sabbia e batteri

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La giovane scienziata canadese Hayley Todesco, ha inventato un innovativo sistema di filtrazione per ripulire le sabbie bituminose dai rifiuti tossici, prodotti dall’estrazione di petrolio

Ripulire i rifiuti tossici del petrolio con sabbia e batteri. E’ questa l’idea della giovane scienziata canadese Hayley Todesco, che ha inventato un metodo efficace per ripulire le sabbie bituminose dai rifiuti tossici, prodotti dall’estrazione di petrolio. Si tratta, in pratica, di un innovativo sistema di filtrazione più efficiente delle attuali soluzioni di ‘depurazione’ che prevedono l’impiego di ‘bacini contaminati’ per l’isolamento dei composti tossici (e che solitamente richiedono secoli per essere ripuliti).

Il nuovo metodo, in particolare, si basa su una precedente ‘esperienza scolastica’ di Hayley che in quinta elementare aveva ripulito completamente l’acqua fangosa attraverso uno speciale filtro di sabbia. Grazie all’aiuto dell’Università di Calgary, la giovane scienziata ha combinato le sue conoscenze di biologia e bioreattori, che utilizzano i batteri per abbattere i rifiuti. Così, unendo sabbia e batteri, ha messo a punto un dispositivo filtrante che si avvale della forza di gravità per la biodegradazione dei tossici acidi naftenici, attraverso dei contenitori riempiti di sabbia, ricoperta da una pellicola di batteri derivati dal ceppo di E. coli. Le riduzioni a concentrazioni di acido e lo sviluppo di biofilm nell’arco di tre settimane hanno rivelato che questi nuovi bioreattori economici e sostenibili erano 14 volte più efficienti dei metodi standard di filtraggio tramite ‘bacini contaminati’.

Tale tecnologia, se prodotta su vasta scala, potrebbe permettere la depurazione degli sterili dalle sabbie petrolifere nel giro di alcuni decenni, invece di impiegarci secoli. Al momento però si tratta solo di un prototipo, in attesa di poter essere applicato su larga scala.

(ml)

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Batteri, petrolio, rifiuti, rifiuti tossici, sabbia

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