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La carenza di iodio può ridurre le probabilità di una gravidanza

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Uno studio spiega perché non si devono sottovalutare i livelli di iodio nelle donne, visto che hanno delle conseguenze sulla capacità di concepire

Secondo uno studio condotto dai ricercatori del National Institutes of Health ((NIH) e pubblicato sulla rivista «Human Reproduction», le donne con carenza di iodio possono impiegare più tempo per rimanere incinte, rispetto alle donne con livelli normali di iodio. Lo studio è il primo nel suo genere.

Lo iodio è un minerale usato dall’organismo per regolare il metabolismo, ma aiuta anche a regolare la crescita ossea e lo sviluppo del cervello nei bambini. Si trova nei frutti di mare, nel sale iodato, nei latticini, nella frutta e nella verdura.

A quanto dicono i risultati, le donne dovrebbero controllare i loro livelli di iodio non solo perché potrebbe causare mancate gravidanze, ma anche perché la necessità di questo minerale aumenta durante le maternità poiché serve al feto per produrre l’ormone tiroideo che gli assicura un normale sviluppo cerebrale.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti da 501 coppie statunitensi che stavano pianificando una gravidanza dal 2005 al 2009. Le coppie facevano parte dello studio del Longitudinal Investigation of Fertility and the Environment (LIFE) che ha cercato di esaminare la relazione tra fertilità, stile di vita e ambiente.

Quando le donne si sono iscritte allo studio, hanno fornito un campione di urina da cui sono stati misurati i loro livelli di iodio. Delle 467 donne analizzate, i livelli di iodio erano sufficiente in 260 (55,7%), lievemente carenti in 102 (21,8%), moderatamente carenti in 97 (20,8%) e gravemente carenti in otto (1,7%). I ricercatori hanno scoperto che le donne che avevano una carenza di iodio da moderata a grave avevano una probabilità inferiore al 46% di rimanere incinte durante ogni ciclo mestruale rispetto alle altre.

Anche se questo è un primo studio, gli autori hanno concluso che, se i loro risultati saranno confermati, non si potranno non prendere in considerazione programmi per aumentare l’apporto di iodio nelle donne in età fertile.

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