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Pollo al cloro nel menù del TTIP?

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Il pollo al cloro è diventato un simbolo di ciò che potrebbe arrivare sulla nostra tavola se andasse in porto il TTIP

Il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) continua a far discutere. Si tratta di un accordo sul libero scambio fra Europa e Stati Uniti sul quale il Parlamento Europeo è chiamato a pronunciarsi tra poche settimane.

Secondo molte associazioni ambientaliste, tra le quali Greenpeace ‘Con la scusa di un’armonizzazione delle regole commerciali fra le due sponde dell’Atlantico, si sta rischiando di fatto di dare una spallata a normative e regolamenti a protezione dei diritti, dell’ambiente, di beni comuni e servizi pubblici, andando ben al di là di quelle che sono delle barriere tariffarie.’.

Uno dei temi che preoccupa maggiormente l’opinione pubblica è l’arrivo del cosiddetto ‘pollo al cloro’. Negli Stati Uniti gli allevamenti hanno standard diversi da quelli europei  e sono soliti ‘sterilizzare’ i polli con una ‘doccia’ di cloro. Anche sulla presenza di ormoni nella carne i consumatori europei sono preoccupati. 

In sostanza si teme che vengano abbassati gli standard europei, che in ambito agroalimentare sono più stringenti da questo lato dell’Atlantico.

L’Europa non ha bisogno di fare la doccia al cloro ai propri polli in quanto applica misure igieniche rigorose lungo tutta la catena alimentare, dalla fattoria alla tavola. Non sappiamo in fatto di gusto le variazioni quali siano e nemmeno conosciamo gli eventuali effetti tossici di questo trattamento; inoltre c’è sempre il pericolo dell’insorgere di ceppi di batteri resistenti se si fa un uso massiccio di antimicrobici.

a.po

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