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Edilizia: risollevare il settore, con nuovo modo di costruire

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Il settore edilizio deve essere risollevato, grazie ad un nuovo modo di costruire, con il recupero e con la manutenzione del territorio

 

Risollevare il settore edilizio, grazie ad un nuovo modo di costruire. È questo il progetto di Feneal Uil:  ‘il nostro paese ha bisogno che il settore delle costruzioni si rimette in moto con un nuovo modo di costruire, con il recupero e con la manutenzione del territorio, senza dimenticare che edilizia è anche infrastrutture per il paese’,  ha affermato Enrico Vizza, segretario generale Feneal Uil.

‘Un paese che con venti minuti continui di pioggia, rischia di paralizzare città per l’incuria del territorio, o per la mancanza di manutenzione o peggio ancora per aver lasciato i piani di manutenzione e intervento a 30 anni fa, è un paese che non cresce e non vuole affrontare la realtà’, ha aggiunto Vizza.

L’edilizia, ha poi sottolineato ‘è un settore che a partire dal 2008, inizio della crisi ad oggi, ha perso 800.000 posti di lavoro e dai dati dell’ Osservatorio delle Casse Edili oggi qui i numeri non fanno sperare nulla. Nemmeno l’ effetto cantieri Expo e opere collegate nella grande Milano e Lombardia, hanno dato forti segnali di incremento della manodopera’.

‘Associazioni datoriali Ance e sindacati Feneal Filca e Fillea, partendo dai palazzi romani fino al ‘Palazzo Lombardia’ -ha detto Vizza- hanno manifestato in modo unitario per chiedere sblocco del patto di stabilità, semplificazione nelle procedure, riqualificazione del territorio e partire dal mattone per superare la crisi’.

La Feneal Uil chiede ora ‘un regolamento edilizio tipo nei Comuni (8000 in Italia – 1500 in Lombardia sono una condanna); riqualificare le città promuovendo piani di recupero, rigenerazione urbana, ristrutturazioni degli immobili pubblici e privati; incentivi fiscali sulle ristrutturazioni per Immobili e Mobili da prorogare anche dopo il 2015 visto che piacciono agli Italiani (balzo cresciuto oltre il 40% tra il 2013 e 2014); invenduto da utilizzare con canoni di affitto controllati liberando gli immobili edilizia popolare in parte da abbattere con costruzioni efficienti, riqualificando i quartieri (le grandi città protagoniste es. (Milano, Torino, Roma, Napoli)’.

Occorre, poi, ‘sbloccare il patto di stabilità nei comuni canalizzando le risorse sulle manutenzioni con lotti di gare di piccole dimensioni al fine di permettere alle imprese locali e di piccole dimensioni la partecipazione, si calcola che nella sola Lombardia siano bloccati 8 miliardi e mezzo di euro nelle casse dei Comuni (rispondere alla crisi creando occasioni di lavoro favorendo il mercato interno, bravi nell’ Export, più determinati per far ripartire l’ Italia)’.

gc

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