Un concorso internazionale per riqualificare il “Serpentone”

Condividi questo articolo:

La controversa opera architettonica verrà riqualificata grazie ad un concorso finanziato dalla Regione

Restyling in vista per il “Serpentone” quel complesso edilizio lungo un chilometro realizzato tra gli anni ’70 e ’80 dall’Istituto case popolari che a Roma è stato per tanto tempo il simbolo del degrado e della mancanza di armonia e bellezza delle periferie. Nella Capitale il complesso è stato per anni sinonimo di abbandono ed è ancora diffusa la leggenda secondo la quale, dopo la sua costruzione nella zona sud ovest della città, il famoso Ponentino romano non arriva più a rinfrescare le afose sere cittadine d’estate.

Il Serpentone o Nuovo Corviale è un complesso mastodontico: 700 mila metri cubi di edilizia residenziale su 60 ettari. Un serpentone appunto, alto nove piani con 74 ascensori e quasi 6mila persone ad abitarlo. Il futuro di questa controversa opera architettonica è destinato a cambiare. Nella primavera del 2015 sarà indetto dall’Ater (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica del Comune di Roma – ex Iacp) un concorso internazionale per la “Rigenerazione del Corviale” che la Regione Lazio finanzierà con 517mila euro. L’obiettivo dell’iniziativa è recuperare la vivibilità e la sicurezza negli spazi esterni ed interni e anche se il concorso riguarda in senso stretto l’edificio e gli spazi immediatamente ad esso adiacenti di proprietà Ater si richiede che il progetto tenga conto dei temi legati alla mobilità e al trasporto pubblico ed alle connessioni con i parchi intorno. Per tutte le informazioni è possibile consultare il documento che illustra le linee guida.

AS

Questo articolo è stato letto 13 volte.

mobilità, riqualificare il serpetone, Roma, Serpentone

Comments (3)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net