Convivere con animali giganti

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In Australia, un ritrovamento di manufatti dimostra che 65.000 anni fa gli esseri umani vivevano insieme ad animali enormi

Dopo la recente scoperta archeologica di manufatti avvenuta in Australia, si è accesa l’immaginazione del mondo su quella che doveva essere la vita nel continente 65.000 anni fa. Prima di questa scoperta, infatti, si pensava che il continente fosse abitato solo da fauna mastodontica – canguri enormi, wombat grossi come rinoceronti – ma gli oggetti trovati in un sito archeologico nel Territorio del Nord mostrano che c’erano anche gli esseri umani a condividere quello spazio – ci sono stati per almeno 20.000 anni.

Lo studio, pubblicato sulla rivista «Nature» racconta che i ricercatori hanno trovato più di 10.000 manufatti sepolti in uno strato basale protetto da una roccia che si chiama Madjedbebe vicino al Parco Nazionale di Kakadu: i manufatti includono le più antiche asce di pietra al mondo, i più antichi utensili per la macinazione dei sementi in Australia e punte di pietra finemente realizzate che possono essere state usate come punte per le lance – hanno anche trovato l’ocra tradizionalmente usata per dipingere i corpi e le rocce, anche se non si sa a che periodo risalga.

Questo tesoro è stato trovato grazie al lavoro su tre scavi che, a partire dal 2012, coinvolge archeologi e studenti universitari con spatole e spazzole che scavano a una profondità di quattro metri e coprono un sito ampio 20 metri quadrati – in totale sono stati ritrovati più di 100.000 manufatti attorno al sito.

Grazie a questo ritrovamento ora bisogna cercare una nuova data per stabilire quando gli aborigeni sono arrivati in Australia, più lontana di quello che si pensava – ovvero 47.000 anni fa – e bisogna anche rivedere la teoria secondo la quale gli aborigeni, una volta arrivati in Australia, hanno ucciso tutti gli animali giganti perché, secondo le informazioni ricavate dal sito, umani e animali hanno convissuto per almeno 20.000. Perché i canguri, i wombat e gli altri si sono estinti, allora?
Ora si aprirà di certo un dibattito in merito alla questione, mentre gli archeologi si metteranno alla ricerca di altri siti, per aggiungere nuovi dati alla scoperta.

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