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Spesa, come cambiano le abitudini degli italiani

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Come cambiano le abitudini di acquisto degli italiani e i consumi intelligenti

Eurispes e Focus, in collaborazione con Dacia, hanno svolto un’indagine sulle abitudini di acquisto degli italiani, con particolare attenzione ai consumi intelligenti. La ricerca, realizzata attraverso un questionario on line compilato da 2.696 persone appartenenti alla community dei lettori di Focus(*), è stata presentata ieri a Milano presso l’InMondadori in Piazza Duomo.

Che cosa influenza le scelte di acquisto dei consumatori? Dall’indagine emergono due profili molto caratterizzati: il campione si divide tra chi mette al primo posto il fattore economico e quindi il costo (46,5%) del prodotto e chi la qualità (44,4%). A sorpresa la marca è un fattore determinante negli acquisti solo nel 3,3% dei casi.

Più attente all’aspetto economico nelle scelte di acquisto sono le donne (49,4% contro il 42,3% degli uomini), mentre gli uomini tendono a privilegiare il fattore “qualità” (47,4% contro 42,4%).

Tra i consumatori con un’età compresa tra 18 e i 29 anni c’è una maggiore attenzione al prezzo: è il primo criterio di scelta per ben il 55,3%, a fronte del 45,9% dei 30-44enni, del 41,1% dei minorenni, del 38,5% dei 45-64enni, del 33,9% di chi ha 65 anni e più. Per gli adulti tra i 45 ed i 64 anni invece conta soprattutto la qualità (50,8%) rispetto al costo (38,5%). Per gli over65 è più importante la facile reperibilità dei prodotti (per il 13,2% è il fattore determinante), la qualità (40,5%) e la marca (8,3%); anche se uno su tre si fa influenzare soprattutto dal costo di un prodotto.

Il fattore economico pesa in modo determinante nelle scelte di acquisto dei single (50,5%) e nei nuclei monogenitore o di altro tipo (59,6%). I single in molti casi sono infatti giovani con una posizione occupazionale e finanziaria non consolidata, mentre i nuclei monogenitoriali possono contare su un solo stipendio. La qualità del prodotto è invece indicata con maggior frequenza dalle coppie con figli (47,4%).

Consumatori consapevoli e attivi. Informati nella scelta. Informarsi sulle caratteristiche di un prodotto o un servizio prima dell’acquisto è un’abitudine diffusa nel 77,3% dei casi (“sempre” 40,4% o “spesso” 36,9%); mentre il giudizio di altri consumatori influisce solo per il 48,8% (“spesso” 39%; “sempre” 9,8%)

La gran parte dei consumatori intervistati ha l’abitudine di mettere a confronto prodotti di diverse marche: quasi la metà (49%) lo fa spesso, il 27,1% sempre; il 20,7% qualche volta e solo il 3,2% mai. A conferma della forte attenzione verso il costo e la qualità dei prodotti, i risultati indicano che oltre la metà del campione (53,1%) valuta sempre, al momento dell’acquisto, il rapporto tra qualità e prezzo; il 34,9% lo fa spesso, il 9,7% qualche volta, solo il 2,2% mai.

Alta fedeltà, ma con un occhio attento alle novità. La maggioranza degli intervistati afferma di restare fedele alle marche ed ai prodotti che conosce nel 58,1% dei casi (“spesso” 51,6%; “sempre” 6,5%), il 37,7% qualche volta, il 4,2% mai.

Al tempo stesso la sperimentazione di prodotti nuovi è un’abitudine consolidata: il 52,2% lo fa qualche volta, il 37,7% spesso, l’8% sempre, soltanto il 2,1% mai. E questo accade anche per le offerte speciali alle quali cedono in molti anche quando si tratta di prodotti che non hanno mai provato: il 49% lo fa qualche volta, il 31,3% spesso, il 9,5% sempre. Solo uno su dieci (10,2%) non lo fa mai. Le donne che sperimentano abitualmente prodotti nuovi sono più numerose rispetto agli uomini (9,3% contro 5,9%), come quelle che aderiscono ad offerte speciali anche se si tratta di prodotti che non hanno mai provato (l’11,5% contro il 6,4%).

Costoso non è per forza sinonimo di qualità. Dall’indagine si riscontra una tendenza a non associare rigidamente ad un costo più elevato una maggiore qualità dei prodotti. Per il 64,5% a maggior prezzo corrisponde maggior qualità solo qualche volta, per il 2,2% mai, per il 31,9% spesso e solo per l’1,4% sempre.

Sono gli uomini ad essere più convinti che un maggior costo garantisca qualità più elevata: per il 35,8% ciò accade spesso, contro il 29,3% delle donne. Le donne più spesso ritengono invece che questa associazione sia valida solo qualche volta (67,6% contro 59,8%).

La sostenibilità negli acquisti. Tra gli scaffali dei supermercati e dei negozi italiani il consumatore appare condizionato dalla scelta di un prodotto anzitutto da fattori quali il rispetto dell’ambiente e l’innovazione.

La tutela dell’ambiente è una caratteristica che interessa la maggior parte dei consumatori (76,8%) che la ritengono molto e abbastanza importante rispettivamente nel 26,1% e nel 50,7% dei casi. Allo stesso modo l’innovazione associata al prodotto influisce per il 78% dei casi nell’acquisto (“molto” 24,1% “abbastanza” 53,9%).

La sostenibilità, e quindi impatto a lungo termine sull’ambiente, è un fattore determinante nel successo di un prodotto presso i consumatori nel 70% dei casi, mentre il rispetto dell’ambiente associato alla marca lo è nel 64,7%.

Nei loro comportamenti di acquisto le donne si dimostrano in generale più sensibili degli uomini rispetto all’impatto dei prodotti sull’ambiente, questi ultimi invece sembrano prediligere il fattore “innovazione”.

Come cambiano le abitudini di consumo. Crisi o maggiore consapevolezza nell’acquisto? A conferma dell’impatto della crisi economica sui consumi, il 70,7% degli intervistati ha modificato i propri comportamenti d’acquisto rispetto al passato. Oltre ad una maggiore oculatezza dettata dalla difficile congiuntura economica, influisce su questa tendenza anche una mutata consapevolezza dei consumatori e la possiblità, offerta soprattutto dalle nuove tecnologie, di informarsi, confrontare le caratteristiche del prodotto o del servizio e avere feed da chi ha già provato un determinato bene.

Le consumatrici hanno ridefinito maggiormente le proprie abitudini: nel complesso un terzo degli uomini ha mutato abitudini di consumo per nulla o poco, contro un quarto delle donne.

I single sono coloro che affermano con minore frequenza, rispetto agli altri, di aver mutato molto i propri comportamenti d’acquisto: 14,8%, contro il 24,1% delle coppie senza figli, il 23,6% dei nuclei monogenitore ed il 21,5% delle coppie con figli.

In generale, rispetto al passato, si presta prestare maggiore attenzione alle offerte, agli sconti e alle promozioni sui prodotti pubblicizzati nei supermercati e nelle attività commerciali (92,8%); si verifica quasi sempre la qualità del prodotto prima dell’acquisto (82,5%).

Rispetto alla tipologia dei prodotti a disposizione del consumatore: il 59,9% preferisce prodotti non di marca; il 47,6% fa la spesa rivolgersi direttamente al produttore, prediligendo prodotti alimentari a chilometro zero nello stile dei farmer’s market;  il 37,5% sceglie di acquistare beni solo nei punti vendita di fiducia e solo il 27,6% usa come canale preferenziale d’acquisto le bancarelle o i mercatini.

Nonostante la difficile situazione di crisi economica, gli italiani continuano a prestare attenzione alla selezione dei prodotti alimentari (53,5%), ulteriore segno di una cultura e di una tradizione dell’alimentazione radicata e irrinunciabile.

Si rileva una certa sensibilità nell’acquisto di apparecchiature tecnologiche (19,4%) e nei prodotti di abbigliamento e calzature (11,6%). Seguono viaggi e le vacanze (8%), le automobili (3,8%) e i beni di arredamento (1,6%).

Ci si affida alla Rete per scegliere, tranne quando si tratta di cibo. Rispetto alla ricerca di informazioni sui prodotti alimentari, gli italiani dichiarano di rivolgersi solo qualche volta ai forum o siti (41,1%) oppure mai (40,7%).

Invece, ben il 77,4% degli intervistati considera la Rete il luogo adatto per reperire informazioni sui viaggi e le vacanze (40,8% sempre; 36,7% spesso); il 76,7% si informa online sulle apparecchiature tecnologiche (41,4% sempre; 35,3% spesso); il 62,2% su prodotti di telefonia (33,5% spesso; 28,7% sempre);

La ricerca di informazioni sulle automobili invita gli italiani a navigare sul web nel 78,7% dei casi: qualche volta 29%, spesso 27,1% e sempre per il 22,6%; mentre il 21,2% dichiara di non rivolgersi mai a tale canale di informazione. Se il 28% dichiara di non cercare su Internet informazioni per migliorare la propria conoscenza sui servizi bancari e assicurativi, il 71,9% degli intervistati si rivolge con modalità diverse ai forum, ai blog o ai siti commerciali (29,5% qualche volta; 26,3% spesso; 16,1% sempre).

Il 51,6% dichiara di non cercare mai informazioni sulla Rete per quanto riguarda gli articoli di profumeria, mentre il 30,4% sceglie qualche volta questo canale di informazione, il 13,3% spesso e solo il 4,7% sempre.  Infine, rispetto alla compravendita di immobili e per le dinamiche di affitto, dichiarano di non rivolgersi mai a Internet il 37,8% degli intervistati, qualche volta il 28,3%, spesso il 21% e sempre il 12,9%.

Prodotti low cost, offerte speciali e promozioni: opportunità da prendere al volo?  Solo il 4% dei consumatori di fronte ad offerte speciali e sconti tende ad acquistare di più indipendentemente dalle proprie necessità, anche se il 34,2% si lascia influenzare abbastanza. D’altra parte, il 44,1% degli tende ad acquistare poco e il 17,7% per niente in questo modo. La qualità del servizio fornito al consumatore dopo l’acquisto di un prodotto può influire sulla propensione all’acquisto diventando, così, un aspetto di grande rilievo: per il 55,3% degli italiani raggiunti dall’indagine è abbastanza rilevante, per il 26,3% è addirittura molto importante, mentre è poco significativo per il 16,9% e per niente considerevole solo per l’1,5%.

Shopping low cost: che cosa mettono gli italiani nel carrello. Agli intervistati è stato poi chiesto nell’acquisto di quali tipi di prodotto è disposto a scegliere il low cost: ben il 69,6% non intende comprare e quindi consumare alimenti di basso valore economico, il 40,3% degli italiani è poco disposto a scegliere questi prodotti e il 29,3% per niente. Tra i più restii a consumare cibi low cost vi sono coloro che vivono nel Sud del Paese (33,9%) e nel Centro Italia (31,6%), mentre cedono poche volte all’acquisto di tali alimenti gli intervistati del Nord-Ovest (41,9%), del Nord-Est (40,2%) e delle Isole (41,2%).

Invece, tra coloro che affermano di essere abbastanza disposti a scegliere cibi a basso costo vi sono gli abitanti del Nord-Est (26,3%) e del Nord-Ovest (24%) e delle Isole (25,4%).

Per quanto concerne invece l’abbigliamento e/o le scarpe i consumatori  risultano abbastanza divisi: il 41,1% è abbastanza disposto all’acquisto di tali prodotti low cost, il 33,1% poco, il 15,5% molto ed infine il 10,2% non è per niente interessato ad acquistare abbigliamento o scarpe di bassa qualità. Sono i soggetti più giovani a dichiarare di essere disponibili a scegliere il low cost per i beni di abbigliamento e scarpe: è così per gli individui che hanno tra i 18 e i 29 anni (abbastanza 44,3%, molto 21,3%), tra i 30 e i 44 anni (abbastanza 41,5%, molto 13,6%) e che vivono nel Sud d’Italia (18,6%) e nel Centro (17,5%).

Per i viaggi e le vacanze, il 42,2% del campione è abbastanza favorevole a scegliere il low-cost, il 28% molto propenso, il 22% è poco è disposto a risparmiare sulle vacanze e il 7,7% per niente. Nel 41,5% si è poi poco propensi a scegliere apparecchiature tecnologiche a basso costo (il 31,3% abbastanza disposto, il 16,6% per niente, solo il 10,6% molto disposto). Per quanto riguarda gli articoli da profumeria, il 36% degli intervistati è poco interessato a scegliere prodotti a basso costo, il 27,9% abbastanza, il 22,6% per niente, il 13,5% molto. Ben il 42,8% non è per nulla disposto ad acquistare farmaci a basso prezzo, il 29% lo è poco. Il 20,3% è abbastanza disposto a scegliere il low cost per i farmaci e il 7,8% molto disponibile.

Per quanto riguarda l’acquisto delle automobili, la propensione all’acquisto low cost riguarda il 36,5% dei consumatori (“abbastanza” 27,6% e “molto” 8,9%), mentre si dice poco disposto il 39% e per niente il 24,5%.

Il giudizio generale in merito ai prodotti e/o servizi low cost è positivo. Coloro che credono si tratti di prodotti/servizi con un rapporto qualità/prezzo vantaggioso rappresentano la quota maggiore del campione, pari al 61,8%.

Dopo l’acquisto di un prodotto low cost il 36,5% dei consumatori è rimasto abbastanza soddisfatto, il 13,6% molto soddisfatto, il 6,7% poco, solo lo 0,9% per niente. Ben il 35,7% risponde invece che dipende dai casi: ha quindi presumibilmente avuto esperienze soddisfacenti ed altre meno soddisfacenti.

Consumi intelligenti. Tra le forme di “consumo intelligente”, quella maggiormente sperimentata è il prestito di libri in biblioteca (74,9%), seguito dal taxi condiviso (24,6%), il book crossing (18,4%) e il bike sharing (14,2%); il car sharing, il car pooling e lo scambio di case per vacanze risultano essere le meno utilizzate, tanto che rispettivamente solo il 9,7%, il 9% e il 6,2% del campione dichiarano di aver usufruito di tali forme di consumo.  

Modalità di acquisto on line: prodotti, servizi e gruppi di acquisto. Meno di un intervistato su 10 (8,4%) di non aver mai effettuato acquisti su Internet, il 40% qualche volta, il 43% spesso e infine l’8,6% dichiara di compiere sempre online i propri acquisti.

Sono le coppie senza figli a dedicarsi maggiormente all’acquisto on line (spesso 46,2%; sempre 10,3%), seguite dai single (spesso 42,6%; sempre 10,2%) e dalle coppie con figli (spesso 41,8%; sempre 7,5%).

Per il 91,6 % degli intervistati che afferma di utilizzare Internet per i propri acquisti, i prodotti e i servizi più acquistati sono i biglietti di aereo e treno (77,8%), viaggi e vacanze (71,3%), libri (68,2%), biglietti per spettacoli e mostre (63,7%), abbigliamento e scarpe (53,7%), i dvd e i cd (45,9%), pranzi, cene e aperitivi (32,2%), trattamenti estetici e di benessere (29,8%), corsi (26,2%), mentre agli ultimi tre posti compaiono le apparecchiature tecnologiche (21,4%), i prodotti alimentari (17,6%) e le visite mediche (15,7%).

 

Agli intervistati è stato chiesto inoltre se conoscono ed utilizzano i gruppi di acquisto online come Groupon, Groupalia, Prezzofelice, Glamoo, ecc.: l’8,9% risponde di non essere iscritto a questi siti e non sa cosa siano; il 30,7% non è iscritto ma sa di cosa si tratta; nel complesso più della metà degli intervistati (il 60,4%) risulta essere iscritto a siti di gruppi di acquisto online, ma tra questi il 24,4% dichiara non aver mai fatto acquisti, mentre il 36% risponde di averli utilizzati per effettuare acquisti. (com)

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