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Patrimoni Unesco: 2009, Dolomiti

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Viaggio tra i Patrimoni Unesco in Italia

Un insieme di gruppi montuosi delle Alpi Orientali italiane, a sud della catena principale alpina, quasi interamente compreso nelle regioni di Veneto, Trentino-Alto Adige, e Friuli-Venezia Giulia.

Le Dolomiti si presentano con alcuni dei più bei paesaggi di montagna, tra pareti verticali, scogliere a picco e un’alta densità di valli strette, profonde e lunghe.

Lo scenario dolomitico è il risultato della particolare storia geologica di questa regione montuosa.

Le Dolomiti hanno avuto origine nel Triassico, circa 250 milioni di anni fa, dall’accumulo di conchiglie, coralli e alghe in zone dove esistevano mari caldi e poco profondi. Proprio sul fondo dei mari si sono accumulati centinaia di metri di sedimento che si sono poi trasformati in roccia, mentre il successivo scontro tra la placca europea e la placca africana ha fatto emergere le rocce innalzandole ad oltre 3000 metri sopra il livello del mare.

Lo straordinario valore paesaggistico e naturalistico delle Dolomiti, il loro fascino e la loro bellezza ha reso questa zona Patrimonio UNESCO nel 2009 e le nove componenti inscritte proteggono una serie di paesaggi montani altamente caratteristici e di eccezionale bellezza naturale.

Il “paesaggio dolomitico”, infatti, è caratterizzato da una molteplicità di colori dovuta ai contrasti tra le morbide fasce verdi dei boschi e delle praterie e le cime rocciose, estremamente varie sia per forma che per componenti.

Le Dolomiti sono ampiamente considerate tra i paesaggi montani più attraenti del mondo.

La loro bellezza intrinseca deriva da una varietà di spettacolari forme verticali come pinnacoli, guglie e torri, con superfici orizzontali contrastanti tra dirupi e altipiani. Alcune delle scogliere rocciose qui si innalzano per più di 1.500 metri e sono tra le pareti calcaree più alte che si trovano in qualsiasi parte del mondo.

I paesaggi sublimi, monumentali e colorati delle Dolomiti hanno anche attratto una serie di viaggiatori e offerto una storia di interpretazioni scientifiche e artistiche dei suoi valori.

Le Dolomiti presero il nome dal naturalista francese Déodat de Dolomieu che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, battezzata in suo onore dolomia e costituita principalmente dal minerale dolomite, ovvero carbonato doppio di calcio e magnesio.

Proprio per la particolare composizione chimica delle rocce, le Dolomiti stabiliscono con la luce un particolare legame che prende il nome ladino di Enrosadira, un fenomeno naturale che, all’alba e al tramonto, colora di oro, rosa, rosso, arancio le vette dolomitiche.

I nove sistemi montuosi che compongono il Patrimonio UNESCO delle Dolomiti comprendono una serie di paesaggi montani unici al mondo e di eccezionale bellezza naturale.

Le loro spettacolari cime verticali di colore chiaro presentano, a livello mondiale, una straordinaria varietà di forme scultoree. Queste montagne possiedono, inoltre, un complesso di valori di importanza internazionale per le scienze della Terra.

Tra le nove aree montuose figura il sistema Pelmo-Croda da Lago, nella zona di Belluno. Dominato dal massiccio del Pelmo, è uno dei più belli e celebrati delle Dolomiti. Il Pelmo, per la sua particolare forma che ricorda un gigantesco sedile, è definito dai locali il Caregon del Padreterno, ovvero il trono di Dio.

Il sistema della Marmolada, tra Belluno e Trento, comprende le cime più alte di tutta la regione.

La Marmolada è la montagna dei contrasti. Alla base, caratterizzata da forme dolci e ondulate coperte da prati e da boschi, si contrappone il massiccio superiore, che si innalza improvviso e vertiginoso con i suoi chiarissimi calcari e i dirupi mozzafiato.

Seguono i sistemi delle Pale di San Martino, quelle di San Lucano, le Dolomiti Bellunesi e le Vette Feltrine Il paesaggio di questo sistema è estremamente ricco. Se nella parte meridionale lo scenario è aspro, caratterizzato da valli profondamente incise e da pareti strapiombanti, nella parte settentrionale il paesaggio naturale si fa più articolato e varia dalle praterie dei pascoli alpini alle nude rocce.

In questo sistema si trovano alcune delle pareti più affascinanti e famose dell’alpinismo mondiale.

Gran parte della sua superficie è stata inserita nei confini di due aree protette: il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino.

Tra Pordenone e Udine ecco le Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, che si presentano come un gruppo piuttosto unitario e compatto, una suggestiva successione di picchi e cime che regala panorami mozzafiato e scenari inaspettati. Al fine di preservare e valorizzare il patrimonio geologico naturalistico del sistema, nel 1996 è stato creato il Parco Naturale delle Dolomiti Friulane.

Il sistema delle Dolomiti Settentrionali, tra Belluno e Bolzano, costituisce un importantissimo patrimonio dal punto di vista paesaggistico, naturalistico e geologico. Per questo motivo, e data l’ampiezza dell’area, sono ben tre le aree protette create per la sua tutela e valorizzazione: il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies (Bolzano), il Parco Naturale Tre Cime (Bolzano) e il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo (Cortina d’Ampezzo).

Il territorio del sistema dolomitico di Puez- Odle, a Bolzano, rientra interamente nell’area protetta del Parco Naturale Puez-Odle e si tratta di un gruppo montuoso relativamente compatto, racchiuso tra tre splendide valli: la Val di Funes a nord, la Val Badia a est e la Val Gardena a sud.

Tra Bolzano e Trento ecco Sciliar, Catinaccio e Latemar in cui, per tutelare quest’area, nel 1974 è stato istituito il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, il primo tra i parchi naturali creati in provincia di Bolzano. Abitata fin dalle epoche più antiche, questa zona presenta oggi un paesaggio variegato, dalle rocce ai boschi di conifere e agli ampi pascoli disseminati di malghe e caratteristici laghetti.

Il più piccolo sistema montuoso è quello di Bletterbach, a Bolzano.

La formazione di questa stretta gola è il risultato del processo di erosione ad opera dal torrente Bletterbach, Rio delle Foglie in italiano, sulle formazioni rocciose di origine vulcanica presenti in quest’area.

Separate dagli altri gruppi dolomitici per ragioni geografiche, le Dolomiti di Brenta, nell’area di Trento, se ne discostano anche dal punto di vista morfologico. Se il resto delle Dolomiti è caratterizzato da snellezza di linee e plasticità di masse, le rocce del Brenta sono strutture maestose e superbe, modellate dall’erosione in guglie e pinnacoli dalle forme e dalle dimensioni più varie.

Le nove parti che compongono la proprietà dei sistemi dolomitici includono tutte le aree essenziali per mantenere la bellezza della proprietà.

L’eccezionale importanza naturalistica, paesaggistica e geologica di questo sistema dolomitico è tutelata dal Parco Naturale Adamello Brenta.

La proprietà richiede protezione dalle pressioni del turismo e dalle relative infrastrutture, mentre i paesaggi naturali e i processi essenziali per mantenere alto il valori e l’integrità dei siti sono in buono stato di conservazione e in gran parte non influenzati dallo sviluppo.

Le parti che compongono la proprietà seriale richiedono un proprio piano di gestione individuale, che prevede non solo la protezione e la gestione dell’uso del suolo, ma anche la regolamentazione e la gestione delle attività umane per mantenerne i valori, e per preservare le qualità dei suoi paesaggi e processi naturali, comprese le aree estese che hanno ancora il carattere di natura selvaggia.

Alessandro Campa

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