Patrimoni Unesco: 2013, Ville e giardini medicei in Toscana
Viaggio tra i Patrimoni Unesco in Italia
I Medici, un’antica famiglia italiana di origine toscana che, a partire dal XV secolo e fino al XVIII secolo, fu protagonista centrale nella storia d’Italia e d’Europa. Una supremazia politica che si consolidò dopo il 1434, rendendo questa dinastia una delle più famose e rilevanti in tutta la penisola.
Le origini della ricchezza dei Medici erano legate alla loro attività di banchieri che permisero a questa famiglia di acquisire notevoli proprietà fondiarie, una solida rete di sostenitori dentro e fuori Firenze, e legami su scala internazionale presso le corti francesi, inglesi, imperiali e pontificie.
Le fortune finanziarie e politiche dei Medici furono alla base di un vasto mecenatismo che ebbe un effetto decisivo sulla storia culturale e artistica dell’Europa moderna. Un elemento architettonico ed estetico che ne deriva è sicuramente rappresentato dalle ville medicee, tra le più originali del Rinascimento italiano, che si presentano in profonda armonia con i loro giardini e l’ambiente rurale.
Le Ville e i giardini medicei in Toscana, divenute Patrimonio UNESCO nel 2013, per il particolare valore rappresentativo e la rilevanza culturale, artistica e paesaggistica, sono dodici ville e due giardini ornamentali distribuiti nel paesaggio toscano.
In un periodo di quasi tre secoli, realizzate tra il XV ed il XVII secolo, rappresentano un originale sistema di costruzioni rurali dedicate al tempo libero, alle arti e alla conoscenza.
Le ville medicee costituirono il primo esempio del legame tra architettura, giardini e ambiente e divennero un riferimento indelebile per le residenze principesche in tutta Italia e in Europa.
Le ville manifestano innovazione nella forma e nella funzione, rappresentano un nuovo tipo di residenza principesca differente sia dalle fattorie di proprietà di ricchi fiorentini del periodo che dai castelli, emblema del potere feudale.
La villa con giardino è un risultato esemplare del programma culturale dell’Umanesimo e del Rinascimento fiorentino, dove il rapporto tra sede politico-amministrativa e possedimenti fondiari circostanti è armonico rispetto al paesaggio, votato ai canoni estetici dell’epoca e pensato per svolgersi in condizioni di pace.
Le Ville e i giardini medicei si trovano principalmente tra il territorio di Firenze, ma sono racchiuse anche in altre province toscane.
Una delle più antiche è Villa di Careggi, a Firenze.
Posizionata sulla collina omonima, la dimora ha il carattere prevalentemente agreste di villa-fattoria, la cui estrema vicinanza alla città poteva consentire la cura degli affari pubblici e privati dei Medici. Il cortile ha una forma trapezoidale che segue il profilo del palazzo, il quale a sua volta era stato edificato seguendo il percorso della via principale che lo costeggiava.
Dal cortile si accede al salone del piano terreno, un ambiente che risale ai primi del Seicento, interamente decorato ed affrescato, con, in particolare, 16 lunette che presentano vedute immaginarie, paesaggi, giardini, fontane.
Una scala porta al piano interrato, dove si trova un ninfeo, fatto realizzare dal cardinale Carlo de’ Medici nel Seicento, utilizzando una parte delle cantine della villa. Al primo piano a sinistra della scalinata principale si apre il salone del Camino, dominato dal caminetto, ornato da bassorilievi e datato 1465.
Poco oltre si apre lo studiolo di Lorenzo il Magnifico, situato nell’angolo sud-est della villa, un piccolo ambiente con volta a botte, decorato sulle pareti e sul soffitto con affreschi a grottesche. Lorenzo il Magnifico elesse Careggi a sua residenza preferita e vi riunì l’Accademia Neoplatonica come centro culturale e artistico di eccellenza del primo Rinascimento.
Sempre a Firenze Villa della Petraia si erge con la sua inconfondibile torre in posizione dominante sulle pendici di Monte Morello degradanti verso la pianura, offrendo una splendida vista su Firenze.
Il lato sud si affaccia sul giardino formale che si sviluppa su tre piani a terrazza sfruttando il pendio del sito: piano dei Parterres, piano del Vivaio e piano della Figurina.
Nonostante le modifiche apportate soprattutto nel XVIII e XIX secolo, il giardino mantiene ancora intatte le geometrie dell’originario impianto cinquecentesco, che si deve a Ferdinando I dei Medici, che si occupò della piena ristrutturazione, trasformando il preesistente edificio medievale medievale in quella che divenne il modello della villa di campagna toscana. Al piano terra fu realizzato il cortile, da sempre fulcro dell’edificio, con le soprastanti logge affrescato con due splendidi cicli pittorici
Molto vicina a questa si trova Villa di Castello, situata lungo la direttrice di un antico acquedotto romano che riforniva la città di Firenze dell’acqua della Val di Marina.
Nel XIV secolo la Villa era detta “Il Vivaio” per le grandi vasche collocate nella zona dell’attuale piazzale d’ingresso.
Il progetto generale venne affidato a Niccolò Pericoli detto il Tribolo, responsabile anche della realizzazione dell’imponente impianto idraulico che, conducendo l’acqua dalla sovrastante sorgente della Castellina, avrebbe alimentato le numerose fontane.
Punti salienti del ricco e articolato progetto decorativo elaborato dal Tribolo sono la fontana di Ercole e Anteo e la straordinaria Grotta degli Animali o del Diluvio. Fra le più celebri in Europa, la grotta, era animata in origine da spettacolari giochi d’acqua, nella perfetta simulazione di una grotta naturale in cui sono assemblati gruppi scultorei di animali in marmi policromi.
Il Giardino della Villa di Castello si può definire a pieno titolo un primo modello del giardino all’italiana cinquecentesco, realizzato come parte significativa di un complessivo programma di rinnovamento e abbellimento della Villa di Castello.
Oggi la villa è sede dell’Accademia della Crusca e dell’Opera del Vocabolario Italiano. I suoi ambienti interni sono per questo visitabili solo su prenotazione in occasioni speciali, mentre il giardino è visitabile liberamente.
Uno splendido simbolo della città di Firenze è il Giardino di Boboli.
Luogo di rappresentanza del potere e del fasto della famiglia medicea, teatro della vita di corte per sontuosi allestimenti scenici e per battute di caccia tra le più famose in Europa. I giardini furono costruiti tra il XVI e il XIX secolo e furono ampliati dalle successive dinastie regnanti, occupando un’area di oltre 30 ettari, solo in parte pianeggiante.
Raro esempio di stile rococò in Toscana è l’edificio della Kaffeehaus, da cui si gode una stupefacente vista su Firenze e la valle dell’Arno. Grande importanza ricopre all’interno del giardino la statuaria, che mescola reperti archeologici di grande qualità ad opere plastiche contemporanee alle dinastie regnanti, sempre integrate in maniera puntuale al disegno dello spazio verde.
Tra i diversi architetti che contribuirono a incidere sull’immagine del giardino, come del Palazzo, si distingue la figura del geniale Bernardo Buontalenti, a cui si deve la realizzazione della Grotta Grande, uno dei capolavori del manierismo europeo.
Questa splendida area rappresenta uno fra i più importanti e antichi esempi di giardino formale all’italiana nel mondo, incentrato sulle geometrie arboree e sul sapiente inserimento di statue, grotte e vasche monumentali scenografiche.
Un vero museo all’aperto, sia per l’impostazione architettonico-paesaggistica che per la collezione di sculture come per l’antica collezione botanica, che vanta specie e varietà altrimenti disperse.
Poco distante dal capoluogo fiorentino si trova Villa Medici di Fiesole.
Un esempio in cui l’idea di residenza di campagna si scioglie dal tradizionale concetto di fortezza e castello evolvendo in una forma indipendente. Il suo rapporto privilegiato con il paesaggio attraverso il nuovo utilizzo di logge e terrazzamenti apre le porte alle future ville Rinascimentali.
La dimora introduce una semplicità della struttura che accorda economia, necessità e bellezza basata sull’armonia delle geometrie. Villa Medici è stata costruita fra il 1451 e il 1457 per Giovanni, figlio di Cosimo Il Vecchio e precursore del nipote Lorenzo il Magnifico.
Lo stesso Lorenzo ereditò la villa nel 1469 usandola come dimora estiva. Qui riunì umanisti come Pico della Mirandola, Marsilio Ficino e Poliziano, i quali spesso cantarono le lodi del posto. La Villa, proprio durante uno dei ritrovi dell’Accademia Platonica, fu teatro della famosa Congiura De’ Pazzi, complotto contro Lorenzo il Magnifico che non andò a buon fine.
A Barberino del Mugello, nella provincia fiorentina si trova Villa Cafaggiolo, una delle più antiche proprietà medicee.
L’edificio originario, tra il 1443 e il 1451, venne trasformato per volontà di Cosimo il Vecchio e ad opera dall’architetto Michelozzo di Bartolomeo, in un imponente palazzo fortificato, dai volumi strategicamente articolati, munito di torri, mura con aperture per gli archibugi e le balestre, ponte levatoio e fossati, approntati per la difesa e il controllo militare del territorio.
Il complesso architettonico e paesaggistico di Cafaggiolo racconta ancora oggi la sua storia e la sua evoluzione nel tempo, da presidio difensivo per la famiglia Medici a residenza signorile di campagna finalizzata alla villeggiatura, al riposo, alla cura delle attività agresti.
Il Parco della Villa di Cafaggiolo, dopo l’abbattimento della torre di guardia e della doppia cinta fortificata avvenuto a metà Settecento, si fonde oggi con mirabile equilibrio con la grande tenuta circostante ancora punteggiata da edifici agricoli.
Castello del Trebbio, invece, ha sede a San Piero a Sieve, sempre in provincia di Firenze.
Conserva intatta l’impronta geniale dell’architetto fiorentino Michelozzo che, su commissione di Cosimo il Vecchio che ne entrò in possesso nel 1428, intervenne sul Castello.
I suoi lavori resero omogenee le strutture preesistenti con altri locali di nuova edificazione e realizzando una comoda residenza di campagna già orientata alla nuova concezione della villa signorile che ancora oggi si può ammirare corredata dalla loggia e dal bel giardino pergolato
La provincia di Firenze ospita anche Villa di Poggio Imperiale, di cui si hanno prime notizie già nel 1427 quando allora si chiamava Palazzo Baroncelli, dal nome della famiglia dei proprietari precedenti.
Durante il Cinquecento l’impianto architettonico dell’originario nucleo Baroncelli venne modificato, trasformando il suo aspetto fortilizio in un palazzo dalla distribuzione più misurata e compatta verso Firenze e aperta verso la campagna con due cortili e un giardino murato. Fino al 1576, fu la Villa prediletta da Isabella de’ Medici, la raffinata figlia di Cosimo I, che la scelse per svolgervi attività culturali e la arredò con numerose opere d’arte.
Nel Seicento l’antico Palazzo Baroncelli assunse la connotazione di reggia principalmente con Maria Maddalena d’Austria, che la fece ampliare significativamente e le cambiò anche il nome in Villa del Poggio Imperiale dedicandola alle future granduchesse di Toscana. La Villa del Poggio Imperiale diventava così proiezione ideale e spaziale della politica d’immagine della Corte, fuori dalle mura urbane, tra città e campagna.
La poderosa Villa di Cerreto Guidi sorge in posizione dominante su un poggio e fu edificata su disposizione del duca Cosimo I de’ Medici quale residenza di caccia e punto di controllo strategico sul territorio circostante.
L’arredo della villa è stato ricostituito con l’intenzione di riproporre il gusto sofisticato e multiforme delle raccolte medicee. Accanto a un cospicuo e significativo nucleo di ritratti medicei, provenienti dalle Gallerie Fiorentine, si segnala quello a figura intera di Cosimo nell’abito dell’incoronazione quale Granduca (1570) e il ritratto di Isabella de’ Medici.
Dal 2002 la villa accoglie, inoltre, il Museo storico della caccia e del territorio, comprendente curiose testimonianze iconografiche e una raccolta di armi, principalmente da caccia e da tiro. Nei suggestivi ambienti sottostanti i ponti medicei sono esposti marmi d’epoca romana e medievale.
A Francesco I de’ Medici si deve la costruzione della villa e del Giardino di Pratolino a Vaglia, in provincia di Firenze.
Nel primo assetto del parco, esteso per 20 ettari, vennero delineati un asse longitudinale e un asse trasversale con la villa nel punto di intersezione.
Pratolino divenne celebre per le meraviglie che i visitatori provavano nell’ammirare organi idraulici, macchine simulanti il canto degli uccelli, giochi d’acqua, e tanti teatrini di automi mossi dall’energia idrica che vi formavano un complesso fantastico.
Le sue grotte furono descritte infinite volte da illustri viaggiatori, disegnate e incise da celebri artisti e rilevate da tecnici idraulici desiderosi di imitarle. In più la diffusione delle incisioni di Stefano della Bella con gli scorci più suggestivi del parco, diede un grande contributo per la consacrazione del Pratolino come modello europeo dell’arte dei giardini.
Nella provincia di Lucca, invece, ecco Palazzo di Seravezza.
La sua costruzione rientrava nel progetto di consolidamento dei confini dello Stato voluti da Cosimo I, e trovava una motivazione specifica nella presenza in Versilia di importanti giacimenti marmiferi e di miniere di ferro e di argento.
Nei decenni a cavallo tra il XVI e il XVII secolo l’edificio ospitò spesso rappresentanti della corte medicea che erano soliti ritirarsi a Seravezza durante l’estate. Nel palazzo trovano oggi sede fissa la “Biblioteca Sirio Giannini”, l’“Archivio Storico Comunale” e il “Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari della Versilia Storica“.
Il piano nobile è riservato a importanti mostre di fotografia e arte moderna e contemporanea, mentre le “Scuderie”, restaurate all’inizio di questo secolo, ospitano il teatro ed il cinema comunale.
Nella zona di Pistoia, a Quarrata, si trova Villa La Magia.
Fu acquistata da Francesco I dei Medici che proprio in quegli anni stava proseguendo il piano paterno di espansione territoriale delle proprietà private. Villa La Magia rappresentava un presidio sulle pendici del Montalbano che rafforzava il potere della casa fiorentina. La Magia diventerà parte della costellazione di ville che comprende la villa di Poggio a Caiano e quella di Artimino
Il periodo di massimo splendore della villa risale alla fine del 1500, quando il Buontalenti elaborò il progetto di ristrutturazione della villa e la realizzazione di uno spettacolare lago, mentre nel Settecento iniziò la costruzione delle limonaie di ponente e di levante.
Il territorio di Prato ospita Villa di Poggio a Caiano.
Progettata da Giuliano da Sangallo per Lorenzo il Magnifico, come esempio di architettura rinascimentale che fondesse la lezione dei classici con elementi caratteristici dell’architettura rurale toscana. La costruzione iniziò alla metà del nono decennio del XV secolo e proseguì senza sosta fino alla morte del Magnifico nel 1492.
Posta sulla cima del poggio e rialzata dalla piattaforma del portico che ne accentua l’emergenza, la villa protesa verso il paesaggio si presenta come simbolo dell’opera ordinatrice dell’uomo sulla natura.
Al piano nobile è molto sorprendente la maestosa Sala di Leone X, nella quale si preserva quasi integro uno dei più rilevanti cicli di affreschi toscani del Cinquecento, realizzato da Pontormo, Andrea del Sarto, Franciabigio e Alessandro Allori. Al secondo piano, nel Museo della Natura Morta, sono esposti circa 200 dipinti per la maggior parte appartenenti alle collezioni medicee, mentre all’esterno della villa si estendono il giardino e il parco.
La Villa di Artimino, chiamata anche La Fernanda, fu costruita nel 1596 per volere del Granduca Ferdinando I de’ Medici, su disegno di Bernardo Buontalenti.
La villa, nata come residenza di caccia, venne ultimata in soli quattro anni e rappresentava una sorta di anello di congiunzione fra le diverse proprietà fondiarie della famiglia, un luogo dedicato alle arti e alla poesia.
L’aspetto architettonico dell’edificio è singolare e presenta una componente militare che dona maestosità e austerità, alleggerita da elementi più eleganti come la sinuosa scalinata d’ingresso in pietra serena.
Nei secoli, fra le mura de La Ferdinanda, sono passati nomi illustri, tra cui Galileo Galilei che venne qui invitato da Ferdinando I per istruire il figlio Cosimo, mentre nelle sale della villa, nella loggia e nella deliziosa cappella sono ben conservati gli affreschi contemporanei alla struttura, realizzati da Domenico Cresti detto il Passignano.
Le ville ed i giardini medicei in Toscana sono testimonianza di una sintesi dell’aristocratica residenza rurale, alla fine del Medioevo, che rese materiale una serie di nuove ambizioni politiche ed economiche. Le ville e i giardini medicei, insieme ai paesaggi toscani di cui fanno parte, hanno dato un primo e decisivo contributo alla nascita di una nuova estetica e stile di vita.
La proprietà, infatti, costituisce un sito che testimonia l’influenza esercitata dalla famiglia Medici sulla cultura europea moderna attraverso il mecenatismo delle arti.
Nel complesso è un modello dell’organizzazione tecnica ed estetica dei giardini in associazione con il loro ambiente rurale, dando origine a un gusto paesaggistico specifico dell’Umanesimo e del Rinascimento.
Le nobili residenze medicee costituiscono esempi eminenti della villa aristocratica di campagna dedicata al tempo libero, alle arti e alla conoscenza. Nonostante alcune riserve dovute alle modifiche apportate ad alcuni siti e al loro ambiente, la proprietà seriale costituisce un insieme con sufficiente integrità che testimonia in modo credibile e soddisfacente il suo eccezionale valore universale.
Le componenti dei siti difatti testimoniano la conservazione dell’autenticità delle forme architettoniche, degli stili, dei materiali decorativi e dell’uso rispettoso dei luoghi basati sulle conquiste e sugli ideali dei Medici.
Alessandro Campa
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