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Scuola: come vincere l’ansia del primo giorno

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I consigli degli psicologi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per vivere bene il rientro in classe

 

Affrontare il primo giorno in classe lontano dalla famiglia, oppure rientrare a scuola dopo le vacanze può creare non pochi problemi sotto l’aspetto dell’ansia. Ricominciare l’attività didattica dopo essere stati inattivi per lunghi periodi, in alcuni casi mette a dura prova tanto il bambino, o il ragazzo se si tratta di Scuola Secondaria, quanto i suoi genitori.  Nelle indicazioni degli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, ecco come prevenire o gestire queste situazioni di panico.  

 

La prima volta in aula

Il primo giorno di scuola è il giorno del distacco, che in particolare per i più piccoli può rivelarsi uno scoglio non facile da superare. In questo caso, la precauzione da prendere è quella di non far percepire i timori per la separazione dal genitore al figlio. “Il suggerimento rivolto alla famiglia – spiega la Dottoressa Simonetta Gentile, responsabile di Psicologia Clinica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – è quello di considerare l’ingresso a scuola come un momento evolutivo molto importante per la crescita personale del bambino, che lo aiuta a consolidare la sua individualità ed autonomia personale. Va tenuto anche presente che il bambino avverte le ansie in famiglia e quindi, a sua volta, può sentirsi insicuro. Una condizione che lo porta ad esprimere l’ansia anche attraverso il corpo, con manifestazioni di inquietudine ed iperattività. Ma anche di insonnia, inappetenza o, peggio, di aggressività. In questi casi l’importante è non allarmarsi e cercare di rassicurare il piccolo in modo semplice. Senza troppe parole, ma con la vicinanza e la condivisione”. In tal senso, il primo giorno di scuola “sarà molto importante accompagnare il bambino in aula, così gli sarà presentato l’insegnante ed il nuovo ambiente”. Lo stesso accorgimento andrà adottato anche nell’incontro con gli altri suoi coetanei. Insomma: più graduale sarà il distacco e meno possibilità di sofferenza si potranno manifestare.

 

Dalla scuola dell’Infanzia alla Primaria, un passaggio cruciale

Un altro motivo di ansia è rappresentato dal passaggio tra la scuola dell’Infanzia e quella Primaria. “In genere – prosegue la Dottoressa Gentile – l’adattamento avviene con naturalezza, ma se questo non si verifica si può comunque porre rimedio. Come? Spiegargli che si tratta di un “momento di crescita gratificante” e che in queste circostanze ci si comincia a sentire grandi”. Bisogna fargli comprendere questo passaggio, magari assistendolo anche in questa circostanza mentre conosce spazi, persone ed esplora nuovi contesti che dovrà affrontare.  “In molte scuole, già nell’ultimo anno si portano i bambini a conoscere le aule, i nuovi insegnanti e le attività della Prima classe della scuola Primaria”. Quando poi la sua frequenza in Prima Classe avrà inizio, il bambino dovrà essere informato con cura circa i tempi, le regole, le attività integrative e rassicurato sulla possibilità di mantenere ancora spazi e tempi dedicati al gioco ed alla ricreazione. 

 

“Non assegnare troppi compiti”

Stress e fobie sono in agguato anche per quel che riguarda l’assegnazione dei compiti. “Per gli insegnanti, evitare di assegnare carichi di lavoro per tutta la settimana. Un’accortezza che va osservata soprattutto agli inizi ed in particolare nelle classi a tempo pieno”, osserva ancora la Responsabile di Psicologia Clinica. Dal canto loro “i genitori devono aiutare il bambino nel suo processo di responsabilizzazione e quindi condividere le regole della Scuola. Dare il buon esempio nel rispettare gli orari e le indicazioni fornite loro dagli insegnanti”.

Sono tutti accorgimenti che abbassano la soglia di rischio. Il bambino, infatti, nella nostra cultura è spesso sottovalutato circa le sue possibilità di farsi carico di regole ed impegni. Questo, però, non significa sovraccaricarlo. “Un altro fattore che può provocare disagi è la mancanza di amore per lo studio”. Disinteresse che può verificarsi fin da quando si è piccolissimi. Per questo, quindi, va trasmesso il concetto che  imparare cose nuove è un piacere, un valore. Tanto con le parole quanto con gli atteggiamenti. Come? “Considerato che i bambini imparano mentre osservano ed imitano il comportamento dei genitori, questi debbono porsi come primo esempio.Sfogliare un libro o navigare in internet può essere un importante momento di condivisione e stimolo”.

Occorre, poi, aiutare il piccolo a trovare la corretta modalità di comunicazione e relazione con eventuali bambini di lingua e cultura diversa dalla propria. Oppure con bambini diversamente abili presenti nella sua nuova classe. In questo caso, è molto importante che il genitore valuti se siano presenti ansie proprie rispetto a tali situazioni. Il bambino, infatti, potrebbe percepirle e farle sue.

 

Dai 14 anni in su

 

Nel passaggio dalla scuola Primaria alla Secondaria, infine, uno dei principali motivi di ansia e stress è caratterizzato dal bullismo. Si tratta di un fenomeno in espansione e che colpisce, in particolar modo, i ragazzi di età compresa tra i 14 ed i 17 anni. Spesso nelle scuole Superiori avviene per mezzo di un vero e proprio “rito di iniziazione”. In sostanza, si deve sottostare alla legge del più forte per poter essere lasciati in pace. Un problema molto serio, al quale si può rimediare cercando di non isolare gli artefici delle azioni, ma di riportarli all’interno del gruppo di classe. Coinvolgendoli. A casa, invece, i genitori prestino massima attenzione ai segnali che provengono dagli stessi ragazzi una volta rientrati. Spesso il loro sguardo ed il loro atteggiamento possono valere più di tante parole.

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