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Regeni: ministero Giustizia, ‘da Egitto nessuna collaborazione’

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Roma, 11 apr. (Adnkronos) – Nessuna collaborazione con l’Italia dalle autorità egiziane sul caso di Giulio Regeni. E’ una chiusura netta quella contenuta nella nota che il ministero della Giustizia ha inviato al gup di Roma in occasione della nuova udienza preliminare del procedimento a carico dei quattro 007 accusati di avere rapito, torturato e ucciso il ricercatore friulano nel 2016. Lo scorso gennaio il giudice aveva chiesto al governo italiano di verificare la possibilità di una “interlocuzione” con le autorità del Cairo.

Nella nota, il ministero della Giustizia sottolinea il “rifiuto dell’Egitto di collaborare nell’attività di notifica degli atti” con l’Italia così come il no ad un incontro tra il ministro Marta Cartabia e il suo omologo egiziano. Lo scorso 15 marzo il direttore della cooperazione giudiziaria italiana si è recato in Egitto per un incontro e in quell’occasione gli è stato comunicato che la competenza è della Procura Generale che considera chiuso il caso Regeni e che non è possibile andare avanti con ulteriori indagini sui quattro indagati in Italia.

I carabinieri del Ros inoltre, ai quali erano state affidate nuove ricerche sul domicilio degli indagati, hanno fatto sapere di essere riusciti ad acquisire solo l’indirizzo del luogo di lavoro dei quattro 007 egiziani e non il domicilio, necessario per il codice di procedura internazionale. Dopo la lettura della nota inviata dal ministero della Giustizia, il giudice si è ritirato in camera di consiglio per decidere su un rinvio o sulla sospensione del procedimento.

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