Acqua, bene pubblico o grande business? Fatti un’idea

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A quali controlli è sottoposta l’acuqa minerale che ci vendono in bottiglia e che rappresenta un grandissimo business nel nostro paese? E poi, a quali altri controlli è sottoposta l’acqua che arriva nelle nostre case attraverso il rubinetto? Fatti un’idea dei controlli su un bene così prezioso

I produttori dell’acqua minerale ci vendono la loro acqua suggerendoci, come risultato del suo consumo, maggiore efficienza, salute e bellezza. Il messaggio degli strateghi del marketing sembra funzionare. Ma dev’essere necessariamente dell’acqua minerale o può bastare l’acqua del rubinetto a garantirci salute e bellezza? È confrontabile la qualità dell’acqua minerale a quella dell’acqua normale, giustifica la differenza di qualità il prezzo nettamente più alto (in media circa il 400 %)?
 
 
 
Ma che casa è l’acqua minerale? 
In Italia può essere venduta con la dicitura acqua minerale solo l’acqua che risponde ai criteri di legge stabiliti dal D.L. 25/1/1992 n.105 (modificato dal D.Lgs 339/99 in attuazione della Direttiva 96/70/CE), che recita "Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e che hanno caratteristiche igieniche particolari e proprietà favorevoli alla salute". Sono permesse l’aggiunta di anidride carbonica e l’eliminazione di ferro e zolfo. Il riconoscimento ufficiale come acqua minerale da parte del Ministero della salute avviene dopo accurate analisi (geologiche, chimiche, fisiche e microbiologiche), si esaminano anche le proprietà curative farmacologiche e medicinali. Sono prescritti assidui controlli della qualità dell’acqua e dei processi di lavorazione e imbottigliamento da parte degli esercenti (interni) e delle unità sanitarie (esterni).
 
I controlli previsti per le acque minerali
Le prescrizioni normative per l’acqua minerale prevedono la realizzazione di una analisi all’anno (Decreto 29 Dicembre 2003, art. 3) da parte dei soggetti titolari della concessione, che viene inviata al Ministero della salute insieme ad una autocertificazione relativa al mantenimento delle caratteristiche delle acque.
 
Mentre l’acqua del rubinetto?
Per poter considerare un’acqua potabile, deve essere priva di colore e di odore, chiara e fresca (solo l’acqua fredda è potabile – nell’impianto dell’acqua calda l’acqua spesso rimane troppo a lungo ad una temperatura che è ottimale per lo sviluppo di batteri). Per garantire i valori prescritti dalla legge, l’acqua viene controllata a determinati intervalli, dagli esercenti delle centrali idriche e dall’unità sanitaria, laboratorio per analisi dell’acqua e laboratorio biologico provinciale. A secondo della grandezza della rete di distribuzione i controlli vengono effettuati ad intervalli temporali più brevi (ad esempio il comune di Bolzano circa 160 analisi all’anno).
 
I controlli previsti per l’acqua del rubinetto:
I decreti legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, rappresentano le norme di riferimento per la qualità delle acque destinate all’uso umano. Essi prevedono due tipologie di controlli, un controllo analitico chimico-fisico e un controllo microbiologico.
 
In più il controllo microbiologico si divide in:
  • Controlli interni, di responsabilità del Gestore del servizio Idrico, effettuati in laboratori interni.
  • Controlli esterni effettuati dalle aziende sanitarie locali insieme alle Arpa territoriali competenti.
Il giudizio di idoneità dell’acqua destinata al consumo umano spetta all’Azienda Sanitaria Locale territoriale competente, mentre all’Agenzia regionale per la Prevenzione e l’Ambiente (ARPA) spetta il monitoraggio della risorsa idrica naturale presente sul territorio attraverso il rilevamento, la validazione e la trasmissione dei dati sullo stato di qualità delle acque al sistema informativo ambientale regionale e nazionale.
 
Le tipologie di controllo
Vengono eseguite due tipologie di controllo:
  • Il controllo di routine, che secondo il Decreto 31/2001 “mira a fornire ad intervalli regolari informazioni sulla qualità organolettica e microbiologica delle acque, nonché informazioni sull’efficacia degli eventuali trattamenti dell’acqua potabile, per accertare se le acque destinate al consumo umano rispondano o meno ai pertinenti valori di parametro fissati dal presente decreto”, quali ad esempio il colore, il ferro, la torbità, il disiffettante utilizzato e parametri microbiologici quali l’Escherichia coli e i batteri coliformi.
  • Il controllo di verifica, che “mira a fornire le informazioni necessarie per accertare se tutti i valori di parametro contenuti nel decreto sono rispettati, tutti i parametri fissati sono soggetti a controllo di verifica”.
 
Che dire? L’acqua del rubinetto è molto controllata.
 
La storia dell’acqua in bottiglia 
 

 

a cura di Alessandro Sfregola

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