Rifiuti, Arera: “Il metodo tariffario copre circa 50 mln abitanti”
Roma, 15 lug. – (Adnkronos) – Arera ha ricevuto circa 5.700 predisposizioni, che rappresentano una popolazione complessiva di circa 49,2 milioni di abitanti (circa l’83% della popolazione nazionale). E’ quanto emerge dalla relazione annuale 2022 di Arera, l’Autorità di regolazione per l’energia e l’ambiente. Con riferimento al 2020, le predisposizioni approvate dall’Autorità riguardano circa 180 ambiti tariffari, interessando 8,7 milioni di abitanti (residenti in 270 Comuni), per le quali è stato approvato un incremento medio delle entrate tariffarie, rispetto al 2019, molto contenuto e pari allo 0,43%.
Per quanto concerne il 2021, anno in cui l’attività di approvazione ha seguito nella tempistica le proroghe dei termini per l’approvazione delle tariffe determinate dal protrarsi dell’emergenza sanitaria, le predisposizioni approvate hanno interessato 33 ambiti tariffari e una popolazione di poco più di 4,3 milioni di abitanti (distribuita in 124 Comuni); l’incremento medio annuo delle tariffe, con riferimento alle predisposizioni 2021 finora approvate dall’Autorità, è stato pari all’1,3%.
Risultano iscritti all’Anagrafica Operatori dell’Autorità 7.843 soggetti (erano 7.470 nel 2020), con un incremento di circa il 370 unità rispetto all’anno precedente, di cui 7.608 iscritti come gestori, nell’86,5% dei casi Enti Pubblici e nel 13,5% gestori con diversa natura giuridica. Lieve incremento del 7% dei soggetti iscritti come Enti territorialmente competenti (Etc). A conferma della complessità e della frammentarietà della governance di settore, si rileva, inoltre, un numero ridotto di Enti di governo dell’ambito (poco meno di 60), a fronte di un numero molto elevato di Enti territorialmente competenti (3.762, rispetto ai 3.523 del 2020), coincidenti nel 98% dei casi con i Comuni.
Sul trattamento dei rifiuti in discarica e sull’incenerimento prezzi e attività sono fortemente disomogenei sul territorio nazionale. In particolare, su un panel di 29 impianti di incenerimento (su 37 censiti dall’Ispra, nel 2019 anno di riferimento) sono stati inceneriti 4,9 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui il 13% di rifiuti speciali e l’87% di rifiuti urbani. Solo 5 impianti hanno ricevuto unicamente rifiuti di origine urbana; per la maggior parte degli impianti la quota di rifiuti speciali risulta residuale rispetto a quella dei rifiuti urbani; mediamente negli impianti di taglia maggiore la quota di rifiuti speciali conferiti risulta più significativa.
I primi 5 impianti del panel hanno trattato il 49% del totale dei rifiuti inceneriti. Il prezzo di conferimento dichiarato dai gestori del panel è estremamente variabile da impianto a impianto e viene indicato da un minimo di 84 €/tonnellata a un massimo di 191 euro/tonnellata; a livello di macroarea si registra invece un prezzo medio di conferimento di 105 euro/tonnellata al Nord, e 113 euro/tonnellata al Centro e al Sud (prezzo medio 106 euro/tonnellata). Gli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) (raccolti dati relativi a 68 impianti su 130 censiti dall’ISPRA) ricevono 4,9 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui il 98% di rifiuti di origine urbana e solo il 2% di rifiuti speciali.
Il maggiore apporto di rifiuti è dato dai rifiuti indifferenziati (79%). Il prezzo di conferimento varia da un valore minimo di 15 euro/tonnellata a un valore massimo di 189 €/tonnellata (prezzo medio 108 euro/tonnellata). Infine, analizzando i dati di 55 discariche su 131 (Ispra) queste hanno gestito complessivamente, nel 2019, 3,6 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui 2,6 milioni di tonnellate di rifiuti di origine urbana da valore minimo di conferimento di 12 euro/tonnellata fino a un valore massimo di 190 €/tonnellata (prezzo medio 84 euro/tonnellata).