**Ue: Fmi, serve riforma fiscale ma regole si adattino a rischi singoli paesi**

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Roma, 5 set. – (Adnkronos) – Il quadro delle norme di bilancio dell’Unione Europea “ha bisogno di una riforma” perché quelle esistenti “non hanno impedito disavanzi e indici di indebitamento che hanno minacciato la stabilità dell’unione monetaria e ancora oggi continuano a creare vulnerabilità”. Lo scrive il Fondo Monetario Internazionale in un documento appena diffuso in cui ‘boccia’ le regole fiscali attuali, anche alla luce di quanto avvenuto in occasione della crisi finanziaria del 2007, e avanza una propria proposta in tre punti. In un documento in cui si fa frequente riferimento all’Italia (come paese che soffre di un indebitamento elevato e quindi ‘pericoloso’ anche per i suoi partner), l’Fmi propone regole di bilancio comunitarie basate sul ‘livello di rischio’ del debito dei diversi paesi e non su parametri fissi validi per tutti, sul rafforzamento delle istituzioni nazionali di monitoraggio dei conti pubblici e su un bilancio comune dell’UE con la creazione di un nuovo Consiglio di bilancio europeo indipendente.

In linea di massima, si spiega, rimarrebbero i valori di riferimento con i tetti del 3 per cento di disavanzo e del 60 per cento di debito e “tutti i paesi membri sarebbero tenuti ad adottare quadri di bilancio a medio termine coerenti con le regole UE, fissando massimali di spesa”. In generale – continua il Fondo – “la velocità e l’ambizione degli aggiustamenti di bilancio sarebbero legate al grado di rischio fiscale” e i paesi più a rischio “dovrebbero convergere entro 3-5 anni” verso l’azzeramento del deficit o addirittura verso un saldo di bilancio positivo. I paesi con rischi fiscali inferiori e debito al di sotto del 60% avrebbero maggiore flessibilità, ma dovrebbero comunque considerare i rischi nei loro piani.

L’ipotesi Fmi prevede anche la costituzione di riserve di bilancio consentendo una notevole flessibilità per rispondere a shock avversi e condurre politiche anticicliche. Infine, i ‘Consigli di bilancio nazionali indipendenti’ ipotizzati dal Fondo “avrebbero un ruolo molto più importante per rafforzare i controlli e gli equilibri a livello nazionale” anche sulle stime macroeconomiche sui rischi per i conti pubblici mentre la Commissione Europea continuerebbe a svolgere il suo ruolo chiave di sorveglianza come articolato nel Trattato di Maastricht”.

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