Migranti, Ferro: “Navi in città Pd? Porti del Sud al collasso”
Roma, 8 gen. (Adnkronos) – Navi di migranti dirottate verso i porti delle città guidate dal Pd? “Non c’è assolutamente alcuna scelta di natura politica da parte del governo”, dice, interpellata dall’Adnkronos, la sottosegretaria al ministero dell’Interno ed esponente di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, in merito alle indiscrezioni secondo cui il governo starebbe pianificando di far sbarcare i migranti nei porti delle città governate dal centrosinistra: ieri per esempio, fa notare il quotidiano ‘La Repubblica’, è toccato ad Ancona, amministrata dalla sindaca Pd Valeria Mancinelli.
Ma per la sottosegretaria Ferro il piano del Viminale è legato alla situazione critica dei porti del Mezzogiorno, da anni alle prese con i continui sbarchi. “I porti, così come il sistema dell’accoglienza al Sud sono al collasso. Inoltre, l’ultimo decreto varato dal governo prevede lo sbarco nel porto più sicuro, non in quello più vicino. A tutela degli immigrati ma anche della sicurezza dei territori”. Nessuna scelta politica, dunque, da parte del ministro Piantedosi? “Assolutamente no. Spesso la solidarietà di tanti si limita alle notizie dei telegiornali”. Per la sindaca di Ancona “sfugge la logica” della decisione del governo: “Credo non possa sfuggire la logica di altri sindaci che dichiarano di essere al collasso. Mi riferisco per esempio a Lampedusa, Roccella Ionica”, replica Ferro.
L’esponente di Fdi poi aggiunge: “Molti predicano la solidarietà e l’accoglienza, sulla stampa, quando leggono le agenzie. Quando poi sul territorio bisogna accogliere migliaia di migranti regolari tutti condividono le criticità di un sistema senza regole e questo avviene perché in un quadro di solidarietà abbiamo pensato di far sbarcare i migranti in tutti i porti italiani e non più solo in Calabria e Sicilia, che hanno strutture ormai sotto stress, con un sistema al collasso. Credo che questo sia un vero atto di solidarietà – chiosa Ferro – sia per i migranti e sia per chi li deve accogliere”.
(di Antonio Atte)