Riserva di Miramare, paradiso della ‘blue e green economy’

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Turismo lento a piedi, in barca, in auto. L’unico scopo è quello di passeggiare nella natura pressoché selvaggia, fare sea watching, ammirare i siti più belli della costiera. Siamo nel Golfo di Trieste, dove la Riserva Naturale di Miramare si estende per trenta ettari, circa due chilometri di costa

Sembra essere la nuova tendenza del turismo naturalistico. L’offerta è quella di un paesaggio costiero e marino dove la natura regna incontrastata. C’è abbondanza di specie e colori sorprendenti su questo tratto di Adriatico, frutto di 25 anni di conservazione attenta e meticolosa. Da queste parti ha preso piede un turismo che qualcuno definisce la Blue&Green economy dell’area. Un turismo non di massa, ma di qualità: dalle scolaresche ai gruppi di appassionati, alle famiglie, il visitatore ci mette poco a capire che questo è davvero un paradiso da scoprire e preservare. Per gli organizzatori, tra i quali il WWF, c’è invece l’entusiasmo di aver messo in piedi una nuova formula vincente per la protezione delle aree marine e costiere. Proprio sui fondali, infatti, sono presenti coralli, anemoni, pesci, da ammirare con maschera e boccaglio: un ambiente che altrove non presenta un’esplosione simile di vita. Nella riserva le barche non accedono oramai da tanti anni: il Marangone dal Ciuffo, un uccello molto simile al Cormorano, è tra gli uccelli marini il re incontrastato di questa riserva e allo stesso tempo un indicatore della qualità del Golfo di Trieste. La Riserva Naturale di Miramare è sicuramente una bell’esperimento che coniuga le esigenze turistiche con quelle economiche e paesaggistiche. (Vincenzo Nizza)

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Adriatico, blue green economy, Golfo di Trieste, Riserva naturale Miramare

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