E’ quanto prevede una disposizione della Procura della Repubblica di Napoli che ha dato tempo fino al 15 luglio per l’adeguamento della obsoleta centrale elettrica dell’isola, la Sippic, che in questi anni ha fatto molto discutere. Tra black out e danno di immagine gravissimo
A metà luglio l’isola di Capri, una delle mete turistiche più frequentate del mondo, potrebbe restare al buio: è quanto rischia di accadere se la Sippic, la società che gestisce la centrale di produzione di energia, non dovesse adeguare gli impianti e rimuovere le violazioni contestate dalla Procura di Napoli. L’ultimatum è della magistratura: la Sippic di Capri ha tempo fino al 15 luglio per l’adeguamento alle prescrizioni imposte dall’autorità giudiziaria, per l’eliminazione delle violazioni contestate e per il rispetto delle norme ambientali, in assenza la Procura chiederà al gip la revoca della facoltà d’uso e la conseguente chiusura della centrale elettrica di Marina Grande. L’isola di Capri, insomma, rischia di rimanere senza luce e senza elettricità nel bel mezzo della stagione turistica. La comunicazione da parte della Procura della Repubblica è giunta come un fulmine a ciel sereno negli uffici dei Comuni di Capri ed Anacapri. L’avviso, firmato congiuntamente dal procuratore capo Giovandomenico Lepore, dall’aggiunto Aldo De Chiara e dal sostituto Federico Bisceglia della sezione ambiente, trasmesso al premier Berlusconi, ai ministri Romani e Prestigiacomo, al prefetto di Napoli De Martino, al presidente della Regione Campania Caldoro, ai sindaci dell’isola e tutti gli enti e gli organismi coinvolti, compresa la protezione civile chiamata a gestire l’eventuale emergenza che potrebbe venirsi a creare, è l’ultimo atto di una lunga vicenda giudiziaria che vede contrapposti la Procura di Napoli e l’azienda Sippic sul fronte dell’inquinamento. Il gestore dell’impianto che produce energia elettrica per l’intera isola ha avuto un anno e mezzo di tempo per mettersi a norma ma finora, secondo i magistrati, non l’ha fatto. Il gip del tribunale di Napoli nel dicembre 2009 aveva disposto il sequestro preventivo della centrale di Marina Grande e di un gruppo elettrogeno di emergenza, accogliendo parzialmente le richieste della Procura, contestando alla Sippic violazioni delle norme in materia ambientale regolate dal decreto legislativo 152 del 2006. “Nonostante il notevole lasso di tempo trascorso, il ctu nominato dalla Procura di Napoli, nel corso di vari sopralluoghi effettuati presso la centrale, non ha riscontrato l’eliminazione degli inconvenienti che hanno portato al sequestro della centrale”, scrivono Lepore, De Chiara e Bisceglia. E aggiungono che, “pur consapevoli delle gravi conseguenze che si determineranno”, in mancanza di fatti nuovi idonei a far cessare le violazioni entro e non oltre il 15 luglio prossimo, al fine di rispettare le vigenti normative, saranno costretti “a richiedere al gip la revoca della facoltà d’uso con conseguenze esecuzione del sequestro ed interruzione dell’attività della centrale elettrica”.
I COMUNI DI CAPRI ED ANACAPRI: "DANNO DELLA SIPPIC ALL’ISOLA, SI’ AL COMMISSARIAMENTO CON POTERI REALI"
In una nota congiunta, le amministrazioni comunali di Capri ed Anacapri parlano di “ennesimo danno della società Sippic all’isola di Capri” e avanzano una serie di richieste al Governo: “estromissione definitiva della Sippic con un commissariamento con poteri reali mediante revoca della concessione di produzione e distribuzione di energia elettrica sull’isola; riscatto degli impianti da parte dello Stato in modo da evitare da una parte di essere condizionati dal privato e dall’altra di finanziare con i soldi dei contribuenti opere che poi rimarrebbero nel patrimonio della stessa Sippic colpevole della situazione attuale; provvedimenti eccezionali per velocizzare al massimo il progetto di connessione dell’isola di Capri alla Rtn, in deroga alle normali procedure che prevedono attualmente due anni per l’entrata in esercizio del collegamento”.
ALBERGATORI PREOCCUPATI: “CAPRI SENZA CORRENTE? SAREBBE UN GRAVISSIMO DANNO DI IMMAGINE E MATERIALE”
C’è preoccupazione tra gli albergatori dell’isola azzurra. “La Federalberghi isola di Capri, visto la comunicazione della Procura della Repubblica circa l’intenzione di eseguire il sequestro disposto già un anno e mezzo fa e quindi interrompere l’attività della centrale elettrica dell’isola di Capri dal prossimo 15 luglio, esprime forte preoccupazione per l’ulteriore danno d’immagine e materiale che questa situazione verrebbe a creare, alla luce anche della terribile condizione dei rifiuti nella nostra regione”: è quanto afferma Sergio Gargiulo, presidente di Federalberghi dell’isola di Capri.
GIUSEPPE CATUOGNO
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