Gas: negoziati in corso tra Russia, Ucraina ed Europa

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Anche questa sera si terranno i negoziati tra Mosca, Kiev e Ue per la questione del gas. Si decidera’ del sostegno finanziario dell’Ue all’Ucraina per permettere al gruppo Naftogaz di saldare una parte del suo debito alla russa Gazprom e impostare una nuova comanda

 

Ancora un nulla di fatto. I colloqui trilaterali tra Mosca, Kiev e Ue per la questione del gas, iniziati ieri, proseguiranno anche nella serata di oggi. Ma, secondo fonti vicine alla trattativa, non vi è ancora nessun accorso e tutto è in fase di stallo. Forse oggi si deciderò del sostegno finanziario dell’Ue all’Ucraina per permettere al gruppo Naftogaz di saldare una parte del suo debito alla russa Gazprom e impostare una nuova comanda.

Se si dovesse trovare un accordo, anche l’Italia e l’Europa tutta potrebbero tirare un respiro di sollievo: è dall’Ucraina, infatti, che passa una parte (importante) dei gasdotti che alimentano l’Europa. Se i disaccordi tra Mosca e Kiev non permettessero il commercio di gas tra il Vecchio Continente e il fornitore, le conseguenze si sentirebbero anche in Italia. Secondo gli ultimi dati della IEA, International Energy Agency, nel 2013, l’Europa ha importato più di 270 miliardi di metri cubi di gas, di cui 167 miliardi di metri cubi provenienti da Mosca. E di questi 82,3 miliardi di metri cubi sono passati dall’Ucraina: una percentuale davvero importante. Le cifre fanno bene intuire la quantità di gas che verrebbe a mancare in Europa.

Se i rubinetti dovessero realmente essere chiusi, comuqnue, l’Italia può stare tranquilla: il fabbisogno energetico, in crescita con l’arrivo delle basse temperature, sarà coperto. A rassicurare, qualche settimana fa, i cittadini del Bel Paese è stato Paolo Scaroni, ex Presidente dell’Eni, che aveva dichiarato: ‘L’Italia ha molte fonti di approvvigionamento. Oltre al gas russo, che transita attraverso l’Ucraina, può contare sul gas algerino, su quello libico e su quello che arriva dall’Olanda, dalla Norvegia e dai tre rigassificatori. C’ è poi la produzione nazionale e i grandi stoccaggi completati quest’estate. Insomma, l’Italia dovrebbe essere in sicurezza nel prossimo inverno anche di fronte a scenari pessimisti’.

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