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Poliomielite: pericolo di ritorno della malattia?

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Si credeva fosse stata debellata, ma ancora tre Paesi rimangono endemici. Quali pericoli se non viene fermata? Quali rischi per l’Italia?

 

Si pensava, nel 2012, che fosse una malattia debellata, ma in realtà la poliomielite fa ancora qualche vittima. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aggiornati al 30 ottobre 2014, dal 1988 i casi di Polio a livello globale sono scesi del 99%, passando da 350 mila (riportati da più di 125 Paesi endemici) a 416 nel 2013. E nel 2014 solo 3 Paesi (Afghanistan, Nigeria e Pakistan) nel mondo rimangono endemici.

La poliomielite, una malattia che colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni, è una ‘è una grave malattia infettiva a carico del sistema nervoso centrale che colpisce soprattutto i neuroni motori del midollo spinale. Descritta per la prima volta da Michael Underwood, medico britannico, nel 1789, la poliomielite è stata registrata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. La diffusione della polio ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952 con oltre 21mila casi registrati. In Italia, nel 1958, furono notificati oltre 8mila casi. L’ultimo caso americano risale al 1979, mentre nel nostro paese è stato notificato nel 1982.
La malattia è causata da tre tipi di polio-virus (1,2 e 3), appartenente al genere enterovirus, che invade il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare, nei casi più gravi, totale. In generale, la polio ha effetti più devastanti sui muscoli delle gambe che su quelli della braccia. Le gambe perdono tono muscolare e diventano flaccide, una condizione nota come paralisi flaccida. In casi di infezione estesa a tutti gli arti, il malato può diventare tetraplegico. Nella forma più grave, quella bulbare, il virus paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità respiratoria, di ingestione e di parola. In questo caso, è necessario supportare il malato con ausili nella respirazione. Negli anni ’50, erano molto diffusi a questo scopo i polmoni d’acciaio, sostituiti oggi da strumenti assai più agili. Il contagio avviene per via oro-fecale, attraverso l’ingestione di acqua o cibi contaminati o tramite la saliva e le goccioline emesse con i colpi di tosse e gli starnuti da soggetti ammalati o portatori sani. Il poliovirus si moltiplica nella mucosa oro-faringea, nell’intestino e nei tessuti linfatici sottostanti e può diffondersi anche attraverso le feci, ben prima che i sintomi della malattia siano evidenti. L’uomo rappresenta l’unico serbatoio naturale del virus della poliomielite, che può colpire persone di tutte le età ma principalmente si manifesta nei bambini sotto i tre anni’, si legge su Epicentro, il portale dell’Epidemologia, a cura del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute.

Le strategie per sconfiggere il polio attuate fino ad ora sono efficaci: basta pensare all’India che ha debellato nel gennaio 2011 la malattia e alla dichiarazione polio-free, a marzo 2014, del Sud-Est Asiatico. Ma è vero anche, come si legge sul sito dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che se non si riesce a fermare il virus in Afghanistan, Nigeria e Pakistanb, si potrebbero verificare 200 000 nuovi casi all’anno, entro 10 anni, in tutto il mondo.

Quali sono i pericoli per l’Italia? ‘Non credo ci siano pericoli per l’Italia. La Copertura vaccinale dovrebbe essere efficace’, ha riferito il prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Ospedale Spallanzani di Roma, che ha specificato, raggiunto al telefono da Ecoseven.net, di non esser uno specialista nella malattia. In Italia, in realtà, non ci sono veri specialisti di poliomielite, dal momento che questa è stata debellata nel Bel Paese. Il pericolo che ritorni, però, c’è, anche se è minimo: non vogliamo fare allarmismo, ma è bene che l’Italia si faccia sempre trovare preparata. Ricordiamo che diversi casi di polio arrivarono sulla nostra penisola con gli sbarchi degli albanesi.

gc

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