Blue Economy: nuovi posti di lavoro dall’agricoltura integrata

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Ecco l’esempio di centro africano di agricoltura integrata che sfrutta il modello a cascata di nutrienti ed energia

 

Il nostro appuntamento con la rubrica sulla Blue Economy, l’economia blu che si ispira alla natura e che ricicla ogni scarto,  pensata da Gunter Pauli, fondatore di Zeri, si concentra oggi sulla possibilità di fare agricoltura integrata e lavorazione di cibo anche nelle aree periurbane dell’Africa.  E si concentra, in particolare, sul Songhai Center, avviato da padre Nzamujo: si tratta di un centro agricolo che fa riferimento al modello a cascata di nutrienti ed energia.

Spieghiamo meglio. Il centro, che si trova nelle vicinanze di un mattatoio, usa gli scarti di quest’ultimo per allevare e nutrire le larve che a loro volta servono per gli allevamenti di pesci e uccelli presenti nella struttura.  L’energia per il sostentamento, invece, deriva dalla rete (in parte) e dal biogas. Le entrate economiche? Ovviamente dalla vendita del cibo, a livello locale e all’estero. Ma non solo, anche dalla vendita degli enzimi, ricavati dalle larve, alle aziende farmaceutiche. Nel centro lavorano oltre 250 persone.

L’agricoltura integrata, a cascata, potrebbe aiutare gran parte dell’Africa. Se centri simili venissero installati presso tutti i mattatoi africani si potrebbero creare almeno 500 mila posti di lavoro. E se installassero centri simili in tutto il mondo? I posti di lavoro potrebbero salire a 5 milioni.

gc 

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