Insaccati: una storia di falso Made in Italy. Video

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Sai cosa porti sulla tua tavola? Quando l’etichetta non basta. La denuncia di Report

 

Made in Italy, sull’etichetta, carne allevata all’estero all’interno degli insaccati. È la storia del falso Made in Italy: dietro un’etichetta che fa pensare al tricolore, infatti, dietro si nasconde, spesso, un’origine straniera. E il tutto è regolare.

Sì: è regolare scrivere che il prodotto è stato realizzato in Italia anche se la carne che contiene al suo interno arriva dall’estero. Ad oggi non è prevista la tracciabilità per le carni di maiale lavorate. Se dal 1 gennaio 2015, infatti, Bruxelles ha imposto la tracciabilità delle carni suine fresche, ancora nulla è stato fatto per quelle lavorate. A denunciare la situazione è l’inchiesta “I peccati della carne” firmata da Emilio Casalini per la rubrica “Nutrire il pianeta” di Report, curata da Sabrina Giannini in occasione dell’Expo 2015.

 

Le norme di oggi rendono impossibile al consumatore sapere da dove venga la carne di maiale utilizzata nella realizzazione di salumi. La possibilità di avere un prodotto tracciato ed italiano è quella di scegliere salumi Dop, a denominazione di origine protetta..

Qui il video di approfondimento

gc 

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