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Il figlio di Cousteau in soccorso del Mediterraneo

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Appassionati, sportivi e dilettanti del mare uniti come sentinelle nel controllo delle acque nostrane. L’idea è di Pierre Yves Cousteau, figlio di Jacques, noto esploratore degli abissi marini scomparso nel 1997

 
Appassionati, sportivi e dilettanti del mare uniti come sentinelle nel controllo delle acque nostrane. L’idea è di Pierre Yves Cousteau, figlio di Jacques, noto esploratore degli abissi marini scomparso nel 1997. Contro l’impoverimento delle nostre acque, il sovraffollamento di specie ittiche tropicali, ogni cittadino e di ogni età, anche solo in possesso di maschera e boccaglio può fare da sentinella ai fondali del Mare Nostrum.
 
"Meno dell’1% dei mari – ha sottolineato Pierre – è protetto, ma secondo gli scienziati dovrebbe esserlo fra il 10% e il 20% per conservare la biodiversità. Il progetto Cousteau cerca di tutelare i siti di immersione, separandoli da quelli di pesca. E’ nello stesso interesse dei pescatori, perché in questo modo le zone protette possono ripopolarsi. Stiamo sviluppando quindi una rete di centri sub – ha spiegato Pierre Yves Cousteau – per formare osservatori di biodiversità marina. Chi vuole partecipare ha la possibilità di iscriversi a un corso in cui viene utilizzata una tavoletta di plastica dove sono disegnati vari tipi di pesci, invertebrati e fondali, che svolgono il ruolo di indicatori della salute del mare, sono minacciati o arrivano dal Mar Rosso”.
 
L’iniziativa è stata aperta da alcuni centri sub aderenti all’iniziativa: siamo a Formentera e Ibiza in Spagna e a Santorini in Grecia. Sul web invece Pierre ha dato vita ad un concorso di poesie sul mare. "I poeti, raccontava mio padre, sono le sole persone che cambiano il mondo, con il loro spirito creativo".
Oltre tremila in pochi giorni, sono stati gli aderenti all’iniziativa con più di cento poesie selezionate. Una di queste verrà incisa sulla targa che a fine agosto verrà posata sui fondali dell’isola di Santorini, con l’obiettivo duplice di tutelare anche i fondali marini.
 
"Si annota anche il tipo di fondale – ha aggiunto Cousteau – o ’copertura biologica’, ad esempio con sabbia, pietra o posidonia". I partecipanti possono così condividere immagini, riferimenti geografici e date. "La prima settimana – riferisce Cousteau – è stata a Formentera e ha coinvolto circa 70 persone, inclusi gli istruttori. Fra il 22 e il 28 agosto sarò invece a Santorini, poi ad ottobre a Ibiza". Non sono mancate brutte sorprese osservando i fondali di Formentera: "Abbiamo trovato un’alga originaria del Mar Rosso, la Caulerpa racemosa", dannosa per gli equilibri del Mediterraneo. Sul sito web www.cousteaudivers.com sono già visibili oltre 2.500 fotografie postate dagli appassionati aderenti all’iniziativa.
 
(Fonte ANSA)
 
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Cousteau, diving, mare, Oceano

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