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Inquinamento chimico anche nei posti più sperduti

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Sostanze chimiche pericolose e persistenti sulle montagne, anche nei posti più sperduti

 

Anche i posti apparentemente più incontaminati del mondo sono stati inquinati dall’uomo. Pensate ai Monti Sibillini, inquinati da sostanze chimiche pericolose e persistenti, usate anche nella produzione di abbigliamento outdoor. A denunciare la cosa è il rapporto di Greenpeace “Impronte nella neve” in merito alla diffusione nell’ambiente dei perfluorocarburi (Pfc). Per verificarlo, otto squadre di attivisti di Greenpeace hanno intrapreso spedizioni in altrettante aree montane e remote di tre continenti per prelevare campioni di acqua e neve.

‘Abbiamo trovato tracce di Pfc nei campioni di neve raccolti in tutte le località indagate’ ha denunciato Giuseppe Ungherese, responsabile campagna inquinamento di Greenpeace Italia. ‘Dei 17 composti riscontrati in tutti i campioni di neve analizzati, ben 4 hanno mostrato le concentrazioni maggiori nei campioni del lago di Pilato, tra cui il perfluorottano sulfonato già soggetto a restrizioni nell’ambito della Convenzione di Stoccolma’

 

Le concentrazioni maggiori di Pfc, impiegate sono state trovate nel lago di Pilato sui Monti Sibillini, tra Umbria e Marche, ma anche negli Alti Tatra, in Slovacchia, e sulle Alpi, nel parco nazionale svizzero. Le altre spedizioni sono state portate a termine nella Patagonia cilena, in Cina, Russia, Turchia e nei Paesi scandinavi. 

gc

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chimica, Greenpeace Impronte nella neve, Inquinamento chimico

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