E se le cannucce di plastica fossero tassate?

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Così come si combatte contro le buste di plastica, si dovrebbe combattere anche contro le cannucce

Sembrano piccole e innocue ma, a pensarle tutte insieme, si capisce come le cannucce di plastica concorrano a creare una problematica ambientale al pari di molte altre componenti usa&getta. Anzi forse di più. A dirlo sono proprio le imprese di riciclaggio e smaltimento rifiuti che si sono espresse su questo tema, dichiarandolo grave, perché le cannucce sono praticamente impossibili da riciclare.

Questo vuol dire che tutte le cannucce che usiamo – e sono veramente tante se proviamo a renderci conto dell’uso smodato che se ne fa e ce le immaginiamo tutte ammassate, gettate via da ogni bar di ogni quartiere di ogni città italiana, europea, del mondo – vanno in discarica, persistendo per decenni, probabilmente per secoli, senza biodegradazione.

La proposta di una tassa sulle cannucce non è italiana, è stata lanciata da una società britannica che si chiama Business Waste che suggerisce che la gente inizi a trattare le cannucce allo stesso modo dei sacchetti di plastica monouso: a tal fine, la società chiede una tassa di 5 pence per scoraggiarne l’uso, sostenendo che, a fronte di un oggetto il cui tempo di utilizzo nel migliore dei casi è di 20 minuti, non dobbiamo impegnarci a trovare soluzioni alternative, dobbiamo solo cambiare il nostro modo di pensare. Non ci serve veramente una cannuccia per sorseggiare un drink!

Sono necessarie campagne di sensibilizzazione pubblica perché le persone si rendano veramente conto del problema: la tassa è un suggerimento intelligente, dal momento che nulla ispira un cambiamento comportamentale più del denaro e, inoltre, una mossa del genere, solleverebbe questioni, dibattiti e conversazioni che costringerebbero le persone a pensare a qualcosa che è troppo comune e normale da notare.

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Cannucce, Cannuccia, plastica, riciclo

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