Arne Naess, il teorico dell’ecologia profonda. Scopri cosa e’
Il filosofo norvegese Arne Naess, teorico dell’ecologia profonda, scomparso il 12 gennaio 2009, è stato l’ideatore di un nuovo modo di applicare l’etica all’ecologia. Fondatore della “deep ecology”, offrì all’umanità una visione non antropocentrica, per guardare e affrontare i problemi ambientali
In questo frangente storico in cui l’organizzazione della società civile sta vivendo momenti di instabilità, osserviamo parallelamente l’interesse sociale e politico verso questioni legate allo sviluppo in chiave ecologica. L’ecologia come chiave per affrontare il progresso non può prescindere da una conoscenza dei punti di vista – anche i più estremi – sulla questione ambiente e progresso equilibrato. Cominciamo col dire che nella sua visione “integralista” della questione ambientale, Naess trovò in Ghandi e nella non-violenza la sua ispirazione dichiarando pari diritti a vivere e svilupparsi per ogni essere vivente.
L’ecologia tradizionale secondo il filosofo rischia di non essere capace di osservare in maniera totale la questione poiché affronta l’argomento solo dal punto vista antropocentrico. Il pensiero di Naess teorizzato nella deep ecology vuole ogni forma di vita al centro di un processo in cui ogni forma vivente abbia “un eguale diritto a vivere e a realizzarsi pienamente”. Si tratta di un biocentrismo al cui centro quindi stia il bios, la vita in ogni sua manifestazione: umana, animale, vegetale e minerale. Partendo da questa forma di egualitarismo biosferico, Naess cercò quindi di affrontare prima ancora che gli aspetti pratici quelli teorici riferiti alla mentalità dell’essere umano. Nella sua visione utopica in cui “nessuna specie vivente può beneficiare del diritto a vivere e riprodursi più di un’altra” – anche perché sappiamo che il diritto è una conquista umana – egli si ispirava alla vita come “diritto universale”. Quando cerchiamo la sintesi del suo pensiero troviamo però qualcosa d’illuminante che può aiutarci a riflettere in maniera positiva: l’eco centrismo di Naess dice infatti che ognuno può realizzare se stesso, ma può farlo cosciente di essere parte di un tutto di cui non può minare gli equilibri.
In ogni caso ciò di cui dobbiamo essere coscienti è il punto di arrivo di una “società mondiale” che vede nel progresso così concepito fino ad oggi, l’ultimo stadio di uno sviluppo incontrollato. Risorse, popolazione, inquinamento sono temi centrali, oggi, a soli tre anni dalla scomparsa del filosofo. Questa corrente teorica ha lanciato le idee rivoluzionarie che hanno già influenzato atteggiamenti differenti rispetto ai temi dell’ambiente e della presenza umana sulla terra. In fondo il cosiddetto biocentrismo non è nient’altro che la presa d’atto che il pianeta stesso nel suo insieme sia vita, una vita complessa fatta di tante vite differenti che a loro volta danno la vita. Problema fondamentale dell’ecologia è infatti la sua stessa accettazione tra i nostri gesti di ogni giorno.
Naess ci aiuta, seppur nella sua visione estrema, a guardare il tema come qualcosa di sociale e non di riferito al singolo individuo. Quando leggiamo di ambiente, progresso sostenibile, salvaguardia delle risorse, energie rinnovabili, abbandoniamo quella superficialità che quotidianamente tende a governarci come singoli individui e ci poniamo in relazione positiva con il mondo. Torna ancora una volta il pensiero teorico di un uomo che vedeva la necessità di un cambiamento innanzitutto nelle nostre menti, solo poi nel modo di agire. (Vincenzo Nizza)