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Il frutto del Buddha

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E’ il miglior sostituto dello zucchero. Scopriamo insieme perché.

Lo sappiamo: lo zucchero c’è un po’ dappertutto e ci ha reso dipendenti. All’inizio del 1800 l’americano medio ne consumava in media 9 grammi al giorno, oggi 82 grammi. Tenuto conto che L’American Heart Association (AHA) raccomanda non più di 25 grammi di zucchero al giorno per le donne e 38 grammi per gli uomini, possiamo tranquillamente affermare che siamo di fronte a un grosso problema.

I dolcificanti artificiali, come l’aspartame, sono spesso più dannosi dello zucchero stesso. Che fare quindi?

La risposta viene dal frutto del monaco (Siraitia grosvenori), noto anche come “luo han guo” o frutto del Buddha. Si tratta di un piccolo melone verde, originariamente coltivato nel sud della Cina, che prende il nome dai monaci che lo hanno raccolto. Questo leggendario dolcificante è stato definito il “frutto della longevità”, dettaglio che dà già un’idea di quanto sia diverso dalla maggior parte degli altri dolcificanti. Per secoli, nella medicina cinese, è stato usato come dolcificante naturale e come medicina tradizionale per il trattamento della faringite, del dolore alla gola e della tosse.

Il frutto del monaco:
Non contiene quasi calorie
È 300 volte più dolce dello zucchero di canna
Contiene quantità elevate di un potente antiossidante noto come mogroside
Aumenta in maniera infinitesimale gli zuccheri nel sangue
Supporta la perdita di peso

Qui una recensione basata su novantatre fonti letterarie, che riassume i progressi della chimica, gli effetti biologici e la ricerca sulla tossicità di questa meravigliosa pianta negli ultimi 30 anni.

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