Gargano (Anbi) ad Ecoseven.net, dove ci sono gli ulivi la terra non frana

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L’Italia appare un paese distratto in fatto di agricoltura e ambiente. In agricoltura contribuiamo in Europa al 14 % della ricchezza ma riceviamo solo il 10% degli aiuti, per l’ambiente invece è bene che nel riformare la Pac si tenga conto della tutela del nostro territorio già martoriato dal dissesto idrogeologico

Dissesto idrogeologico, difesa del suolo, ruolo dell’agricoltura. Temi che devono essere costantemente all’ordine del giorno in un Paese dalle grandi tradizioni agricole come l’Italia. E invece, la tragedia delle Cinque Terre, patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco devastato dalle esondazioni e le frane, e il ripetersi ogni anno di tragedie come quelle di Giampilieri, in Sicilia, ci colgono sempre impreparati. Mostrano l’Italia come un paese distratto, che si ricorda di avere un territorio sotto costante minaccia di dissesto idrogeologico solo quando scatta l’emergenza.

 
Ecoseven.net ne ha parlato con Massimo Gargano, presidente, dell’Anbi, l’associazione italiana dei consorzi di Bonifica.

 
Presidente Gargano, quanto è importante oggi in Italia prendersi cura del territorio, e qual’è l’impegno di Anbi in questo campo

 
Il 2011 non si è ancora concluso e in Italia dobbiamo già contare 30 morti, danni e ferite al territorio per decine di milioni di euro, ed economie – principalmente a vocazione turistica – in ginocchio, che avranno bisogno di anni per rimettersi in piedi.
E tutto a causa della mancanza di una vera cultura delle prevenzione dal rischio idrogeologica, che trova eternamente il proprio alibi della mancanza di fondi, mancanza che è falsa, tanto è vero che poi in emergenza si interviene e si spende. Ma si spende male.

 
Anbi, e quindi i consorzi di bonifica, vogliono proporsi in questo quadro come portatori di un progetto per la cura e la difesa del nostro territorio. Un progetto vero ed immediatamente cantierabile, che non ha bisogno di risorse spropositate, ed è costituito da innumerevoli azioni che danno risposte immediate al bisogno di messa in sicurezza del territorio. Risposte che certamente mitigherebbero il rischio idrogeologico. Un rischio che purtroppo è destinato ad aumentare, così come sono destinate ad aumentare a dismisura antropizzazione e cementificazione.

 
Bisognerebbe riflettere su quanto ha dichiarato all’indomani della tragedia delle Cinque Terre il Presidente della regione Liguria, secondo il quale se al posto del cemento ci fossero stati ancora gli ulivi, si sarebbero evitati gran parte dei danni.
 

Presidente ci spieghi perchè intorno alla nuovo concetto di Greening, introdotto dalla riforma della politica agricola europea, nel nostro paese si è attirato tante critiche, e qual’è il ruolo dell’agricoltura della difesa del territorio

 
Quello a cui stiamo assistendo è il risultato della distrazione di un Paese come l’Italia. L’Italia contribuisce alla ricchezza agricola europea per il 14%, ma riceve solo il 10% dei sostegni dall’Ue. La nostra distrazione non ci ha fatto solo perdere 1.4 miliardi di euro, ma ha favorito un modello di agricoltura che non appartiene all’Italia, ovvero quello dei prati e dei pascoli, a danno dell’agricoltura dei vigneti, dei frutteti, degli uliveti. Insomma a danno dell’agricoltura del made in Italy, quella che caratterizza i nostri paesaggi e difende il nostro territorio, grazie appunto algli ulivi, alle vigne, agli alberi da frutto, che lo mantengono vivo ed in salute.
 
In questo l’Italia gioca una partita importantissima, in gioco c’è la difesa della nostra identità sui mercati. L’Italia vince solo se vince il modello tradizionale che dall’arte e la cultura arriva al buon cibo, alle tradizioni enogastronomiche. L’Italia vince se vince l’ambiente.

(VG)

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agricoltura ambiente, anbi, dissesto idrogeologico, Gargano

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