L’ olio del Vulture diventa dop, le qualità dell’oro giallo lucano

L’extravergine di oliva del Vulture è entrato ufficialmente a far parte della famiglia delle ‘dop’. Si tratta del 238esimo prodotto italiano che può vantare il marchio di qualità riconosciuto a livello comunitario

L’olio d’oliva è da sempre il simbolo più famoso nel mondo della dieta Mediterranea. E non sembra conoscere flessioni a livello di qualità. Da oggi, infatti, l’Italia può contare su una nuova eccellenza: l’extravergine di oliva “Vulture” è entrato ufficialmente a far parte della “famiglia” delle DOP (Denominazioni di origine protetta) registrate dall’Unione europea.

Si tratta del 238esimo prodotto italiano che può vantare il marchio di qualità riconosciuto a livello comunitario, numeri che confermano ancora di più il ruolo di leadership nel campo agroalimentare del nostro Paese. Diventa ora ufficiale il disciplinare di produzione del “Vulture DOP”, che deve seguire rigorosi criteri. Innanzitutto quello della provenienza e della lavorazione delle olive: l’area è quella dell’intero territorio amministrativo dei comuni della Basilicata di Melfi, Rapolla, Barile, Esonero in Vulture, Atella, Ripacandida, Maschito, Ginestra e Venosa.

In questi casi è molto importante specificare anche le caratteristiche della zona di produzione, che sono le condizioni essenziali per far nascere un prodotto di eccellenza. L’area è così compresa fra un’altitudine tra i 400 e i 700 metri sul livello del mare ed ha un microclima particolare caratterizzato da una situazione di tipo continentale con inverni in genere lunghi e freddi, estati brevi e spesso secche. Un freddo collinare, che però dà ottimi frutti.

Giacomo Gallo