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Costa Concordia, si pensa ad evitare il disastro ambientale

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Nei serbatoi vi sono 2.200 tonnellate di olio combustibile e 200 tonnellate di gasolio. Si teme il disastro ambientale, ma tutto ancora può essere salvato. Ecco come

Sulla Costa Concordia, la colossale nave da crociera affondata a ridosso dell’isola del Giglio sabato notte, ancora si cercano vite umane. Ma non si può fare a meno di pensare a come evitare il disastro ambientale in una zona di fondamentale importanza per l’ecosistema del mediterraneo: l’arcipelago toscano ed il santuario dei cetacei. Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha già confermato l’impegno del Ministero dell’Ambiente per scongiurare il riversamento in mare del conbustibile e degli altri idrocarburi ancora all’interno della nave.

 

La Costa Concordia dovrebbe muoversi prima dell’arrivo di forti venti che potrebbero trascinare la nave su fondali più alti, facendola affondare. Attualmente infatti la nave poggia su un fondale di circa 36 metri, che però in breve diventa di oltre 70. Ad intervenire saranno gli esperti olandesi della società specializzata Smit Rotterdam, che bonificheranno la Costa Concordia prima di tentare di rimuoverla. Quindi  in primis si dovrà togliere dalla pancia della Costa Concordia le 2.200 le tonnellate di olio combustibile e le 200 tonnellate di gasolio.

 

Poi entreranno in scena i sommozzatori che andranno a chiudere la falla del relitto. Sarà quindi possibile stabilizzare la nave, rialzarla in mare e trascinarla via. E tutto quindi sarà passato. Più o meno nel giro di 2 settimane.

Per far tornare a galleggiare al Costa Concordia saranno utilizzati cassoni ad aria compressa e pesi, anche se i tecnici spiegano che si tratta di un tentativo, non c’è per il momento certezza di riuscita delle delicate operazioni. Molto dipenderà anche dalla condizioni metereologiche.

Intanto continuano le ricerche di possibili sopravvissuti, che vengono condotte con tecniche speleologiche: il gigante da crociera infatti, adagiato su un fianco, ha la topografia di una montagna, dove i lunghi corridoi sono diventati pozzi verticali.

 

Questo pomeriggio, intanto, il Ministro Corrado Clini ha convocato, nella prefettura di Livorno, una riunione tecnica per discutere delle possibili azioni da intraprendere. La società Neri di Livorno e l’impresa olandese Smith hanno ricevuto l’incarico di provvedere alla rimozione del bunker. E il via potrebbe anche arrivare oggi dopo la riunione. 

Intanto la Costa ferita è stata circondata da natanti e piccole imbarcazioni. Oltre naturalmente ai mezzi impegnati nei soccorsi.

(GC/Vg)

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