Olio d’oliva, cala la produzione. Vedi i dati regione per regione
Nel 2012 avremo il 6% di olio d’oliva in meno rispetto allo scorso anno, secondo le previsioni di Unaprol. I dati regione per regione
La produzione di olio d’oliva ha registrato, nella campagna 2011, un netto calo, soprattutto in Toscana, Lazio e Sardegna. Nel 2012 si avrà, in media, un 6% in meno di olio rispetto a quello gustato lo scorso anno. Lo afferma Unaprol, che in collaborazione con Ismea e Cno negli ultimi giorni di gennaio ha elaborato le nuove previsioni.
Come mai vi è stato un calo nella produzione dell’olio d’oliva? I fattori che hanno contribuito alla crisi di olio sono tanti, tra i principali l’alternanza carico-scarico e l’abbandono dei campi e della raccolta. Ma non bisogna trascurare i fattori climatici. Il troppo caldo invece ha influito sulla fruttificazione e la persistente siccità, laddove non si è intervenuti con irrigazioni di soccorso, ha poi provocato in alcune aree avvizzimento delle drupe. Anche il freddo ha fatto la sua parte, danneggiando gli alberi e la loro fioritura.
Ecoseven.net vi riporta, regione per regione le previsioni pubblicate da Unaprol.
Critica è la situazione nel Lazio, in Sardegna e in Toscana, dove la diminuzione della produzione è del 40%. Una percentuale significativa, prevista già al momento della fioritura – almeno in Toscana – discreta ma non omogenea, per le basse temperature che hanno provocati danni da freddo. Nelle Marche il calo è del 39%. Era immaginabile visto la carica registrata l’anno precedente e gli sbalzi di temperatura. L’Abruzzo a sorpresa, invece, fa registrare un calo di produzioni del 35%.
Meno 30% di produzione in Umbria, dove la fioritura già non particolarmente rigogliosa, è stata danneggiata dalle alte temperature e dalla siccità. Annata di scarica anche per la Campania, che ha registrato un calo della produzioni pari al -25%.
13% di olio d’oliva in meno per Molise e Friuli. Mentre Trento, Piemonte e Basilicata riconfermano la stessa quantità di olio prodotto lo scorso anno.
Percentuali leggermente positive per Puglia (+3%) e Calabria (+2%), le due grandi regioni produttrici. Emilia Romagna, Lombardia e Sicilia fanno registrare un incremento del 5% circa. La stima positiva si prospettava già al momento della fioritura, rigogliosa e uniforme.
In netta controtendenza con il destino toccato alla maggior parte delle regioni si pone la Liguria, facendo registrare un incremento di produzione pari al 25% in più. Qui le condizioni climatiche favorevoli, l’assenza di gelate primaverili, insieme all’alternanza produttiva, ha favorito la fioritura.
(GC)
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