Riciclo. I vecchi pneumatici diventano scarpe o campi da calcio

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I vecchi pneumatici diventano scarpe o addirittura campi da calcio. E’ il progetto Ecopneus, promosso da Michelin, Continental, Goodyear-Dunlop, Pirelli, Marangoni, Bridgestone e dal Ministero dell’Ambiente

I vecchi pneumatici sono il simbolo dell’inquinamento, quello che non c’è modo di smaltire e che diventa un elemento paesaggistico dei campi italiani. O meglio: lo erano. Le grandi sorelle delle gomme da strada, che rappresentano l’80 per cento del mercato italiano, ovvero Michelin, Continental, Goodyear-Dunlop, Pirelli, Marangoni e Bridgestone, hanno dato vita insieme al Ministero dell’Ambiente, a Ecopneus. L’obiettivo è quello di recuperare il cento per cento dei pneumatici generati sul territorio nazionale per trasformarli in scarpe, campi di calcio sintetici o manti stradali.

Ecopneus scpa è la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e la destinazione finale dei Pneumatici Fuori Uso (PFU) creata in base all’art. 228 del Decreto Legislativo 152/2006. La mission – che è stata presentata nel corso dell’ultima edizione di Fieragricola di VeronaFiere nel padiglione della meccanizzazione agricola – si traduce nell’obiettivo pratico di gestire le oltre 380mila tonnellate di pneumatici che ogni anno arrivano a fine vita in Italia. Le priorità: Identificare i punti della generazione del “rifiuto-pneumatico”; ottimizzare la parte logistica del sistema; garantire il processo di raccolta; promuovere nuovi impieghi del pfu; e infine monitorare e rendicontare eventuali dispersioni del prodotto.

A guadagnarci sono tutti, sia i consumatori che i gommisti. A beneficio dei cittadini Ecopneus definisce e vigila sulla corretta applicazione del contributo ambientale, lo strumento economico che consente di recuperare i pneumatici usati. A beneficio dei gommisti la società garantisce un servizio raccogliendo tutti i pneumatici senza alcun onere per il commerciante; e a beneficio di chi è adibito alla fase di recupero viene fornito sia il materiale che il sostegno per lo sviluppo di nuove applicazioni. Il processo infatti avviene attraverso la cosiddetta “ciabattatura”. Si tratta in pratica della frantumazione della gomma dei pneumatici in “ciabatte”. Le “ciabatte” passano poi per il processo di “granulazione” che separa il Pfu nei tre principali componenti: gomma, acciaio e tessile. ultima fase la “polverizzazione”, step finale per consentire la nuova destinazione d’uso del materiale.

Nereo Brancusi

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