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COVID19: la furia del virus non risparmia neanche le lacrime

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Anche le lacrime, che con il pianto da sempre esprimono richiesta di compassione nei momenti difficili della nostra vita, si trasformano in potenziali killer

Asciugare con un gesto delicato una lacrima dal viso di un nostro caro, stringerlo in un profondo abbraccio, tenergli la mano nel momento più difficile della nostra esistenza sono gesti tanto importanti per noi quanto utili per il COVID19 per garantirsi massima potenza di fuoco.

Il Coronavirus continua a destrutturare il nostro concetto di comunicare al di là delle parole e si conferma sempre più virulento.

A confermarlo è uno studio pubblicato su Annals of Internal Medicine dai ricercatori dell’’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma che sono riusciti a isolare Sars-CoV-2 nelle lacrime di una paziente.

Una scoperta che ha importanti ripercussioni sia nella comprensione della biologia del virus ma anche in chiave di prevenzione.

È ormai sotto gli occhi di tutti che l’infezione da coronavirus non sia solo respiratoria e che, in pratica, non esistono zone del corpo che non vengano attaccate dal virus. Ci sono, poi, sintomi iniziali particolarmente comuni, tra cui la perdita dell’olfatto e del gusto (anosmia ageusia) ma anche la congiuntivite, riscontrata addirittura in un paziente su tre tra quelli ricoverati.

Tracce di genoma virale in persone positive al virus nei campioni oculari erano state già osservate ma la scoperta dei ricercatori dello Spallanzani va oltre. Parliamo del primo caso di Covid-19 confermato in Italia con congiuntivite bilaterale e sottoposta a tampone oculare.

In questa occasione i ricercatori sono riusciti non solo a identificare la presenza del virus ma anche a isolarlo, mostrando che Sars-CoV-2 riesce a replicarsi nelle congiuntive oltre che nell’apparato respiratorio.

Ma purtroppo non è tutto: lo studio ha riscontrato che la positività dei tamponi oculari si osservava più a lungo che in quelli respiratori, fino a 27 giorni dal ricovero.

Anche se resta ancora da verificare quanto e per quanto tempo il virus sia attivo e contagioso nelle lacrime, gli occhi si confermano non solo potenziale porta di accesso ma anche pericolosa fonte di contagio del COVID19.

“Ne deriva la necessità di un uso appropriato di dispositivi di protezione in situazioni, quali gli esami oftalmici, che si pensava potessero essere relativamente sicure rispetto ai rischi di contagio che pone questo virus” ha commentato Concetta Castilletti, responsabile dell’Unità Operativa Virus Emergenti del Laboratorio di Virologia dello Spallanzani.

 

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