ULTIMA ORA:
Post title marquee scroll
Turismo: sempre più visitatori italiani in Oman, +1,6% nei primi nove mesi del 2024-Influenza, dall'australiana all’aviaria: cosa c'è da sapere su virus oggi in circolazione-Influenza, casi in risalita dopo Natale: 667mila nell'ultima settimana-Omicidio Paganelli, denunciato l'avvocato di Dassilva: accusa di diffamazione-Oliviero Toscani ricoverato all'ospedale di Cecina in gravi condizioni-Gas, Ciarrocchi (Confindustria Ceramica): "Con aumento costi impatti pesanti su imprese, servono interventi urgenti"-Serie tv su Mussolini, Marinelli contro polemiche: "Ho condiviso le mie emozioni"-Manovra, il commercialista: "Ecco come cambiano le detrazioni fiscali"-Emanuela Orlandi avrebbe compiuto 57 anni. Fratello Pietro: "18 gennaio sit-in per la verità"-Re Carlo, ex casa vacanze gallese sarà un centro di cura con le piante-Varese, trovato cadavere in un bosco a Luino: nessuna pista esclusa-Lavoro, da analisti a operai gli 'introvabili' per 1 assunzione su 2-Al via 'Pillole di consapevolezza', con 'istruzioni per l’uso' dei farmaci in 5 lingue-Yemen, raffica di raid su Sana'a e Hodeida-Abedini, il legale: "Nessun collegamento con liberazione Cecilia Sala" - Video-Dalle piogge torrenziali agli incendi, perché la California è il ground zero dei disastri-Ucraina, gratitudine a Italia e appello a Trump: la visita di Zelensky a Roma-Abedini: "Sollevato per liberazione Cecilia Sala"-Lega Serie A, De Siervo rieletto amministratore delegato con 17 voti-Allarme Quad-Demic in Usa, quattro virus diversi in circolo negli States

**Carceri: la relazione giudici su boss Zagaria ‘scarcerato, rischia prendere virus in cella**

Condividi questo articolo:

Palermo, 8 mag. (Adnkronos) – Lasciare il boss camorrista Pasquale Zagaria, in carcere “equivarrebbe ad esporlo al rischio di progressione di una malattia potenzialmente letale, in totale spregio del diritto alla salute e del diritto a non subire un trattamento contrario al senso di umanità”. In altre parole, le condizioni di salute del boss camorrista non permettono di essere curato “nel circuito penitenziario a causa, dell’emergenza pandemica legata al Covid-19”. Ecco perché i giudici del Tribunale di Sorveglianza, hanno deciso di scarcerare il boss Zagaria e di mandarlo agli arresti domiciliari. E’ quanto si legge nelle sette pagine del provvedimento a firma del magistrato di sorveglianza Riccardo De Vito che l’Adnkronos ha potuto visionare. Zagaria era detenuto nel carcere di Sassari, al 41 bis cioè in regime di carcere duro. Ma anche lui ha lasciato la cella anzitempo, a causa dell’emergenza Coronavirus.

“In Sardegna – scrive il giudice – non vi è possibilità di svolgimento della terapia in ambiente carcerario dal momento che i reparti sono stati adattati a Centri Covid-19”. “Il Tribunale ha anche chiesto al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria se fosse possibile individuare altra struttura penitenziaria sul territorio nazionale dove effettuare il follow-up diagnostico e terapeutico ma, come detto, non è pervenuta alcuna risposta, neppure interlocutoria. Allo stato, pertanto, il detenuto si trova affetto da una patologia grave e soggetto alla necessità di un iter diagnostico e terapeutico che viene definito ‘indifferibile’ ma che al momento non è possibile effettuare”.

“Lasciare il detenuto in tali condizioni – dice il giudice di sorveglianza -equivarrebbe ad esporlo al rischio di progressione di una malattia potenzialmente letale, in totale spregio del diritto alla salute e del diritto a non subire un trattamento contrario al senso di umanità”. “L’impossibilità di effettuare il follow up diagnostico e terapeutico espone Pasquale Zagaria a un pericolo di aggravamento potenzialmente letale”. Una situazione, secondo i giudici, “intollerabile dal punto di vista soggettivo e psicologico del detenuto”.

Questo articolo è stato letto 5 volte.

Comments (8)

I commenti sono chiusi.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net