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1° Maggio 2020, il sociologo Roma: “Serva a fare pieno energie contro disoccupazione”

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Roma, 29 apr. (Labitalia) – “La Festa del Lavoro serva a fare il pieno di energie per combattere anche il virus della disoccupazione. La critica situazione globale in cui cade il Primo Maggio fa meglio apprezzare il suo carattere di grande ricorrenza internazionale volta a riaffermare la centralità del lavoro e dei suoi diritti”. E’ l’opinione di Giuseppe Roma, sociologo, fondatore e segretario generale di Rur-Rete Urbana delle Rappresentanze, a lungo direttore generale della Fondazione Censis, sul 1° Maggio ai tempi del Covid 19. La pandemia, dice Roma ad Adnkronos/Labitalia “ha mostrato in modo drammatico le forti interdipendenze esistenti nel mondo che, negli anni più recenti, accanto a molte innovazioni, hanno prodotto grandi squilibri sociali”.

“Rincorrendo una competitività basata sulla riduzione dei prezzi in mercati liberi, ma senza una regolamentazione omogenea, ci ritroviamo oggi con un allargamento delle fasce di lavoro povero, con sempre maggiori difficoltà a occupare le nuove generazioni e, particolarmente in Italia, con una perdurante esclusione delle donne dall’attività lavorativa”, osserva il sociologo. A queste tendenze strutturali si aggiungono ora “gli effetti dirompenti del lockdown che, bloccando le attività produttive, -commenta Roma- sta producendo milioni di disoccupati in tutto il mondo”.

“Negli Stati Uniti -ricorda- improvvisamente il tasso di disoccupazione è passato da pochi punti percentuali al 17%. Da noi le stime più recenti sono altrettanto allarmanti sia sotto il profilo congiunturale con 7,5 milioni di cassaintegrati che per il rischio di una riduzione strutturale degli occupati di oltre cinquecentomila persone. Quindi il primo maggio deve servire innanzitutto per individuare le strategie necessarie a fermare la probabile emorragia e recuperare le posizioni a rischio”.

La lettura che Roma dà di questo particolare momento è che “proprio queste difficoltà -che speriamo abbiano la durata più breve possibile-, ci devono spingere ad aprire una nuova stagione di espansione economica e di miglioramento sociale”. “Le necessità attuali -osserva Roma- rendono indispensabile l’uso di risorse pubbliche, il cui costo finanziario ricadrà, in gran parte, sulle future generazioni che sono le più penalizzate dall’attuale mercato del lavoro”.

Tutti sono chiamati a concorrere alla rinascita del Paese e del lavoro e ci sono anche modelli in parte sperimentati da cui ripartire, come il Patto per il lavoro siglato in Emilia Romagna. “Questo Primo maggio -invita il sociologo- è auspicabile che sia occasione per lanciare un progetto comune delle forze sociali basato su una catena di azioni positive per far crescere l’occupazione di qualità e deve contemplare investimenti, formazione e lavoro”. Un progetto che “alcune regioni hanno chiamato Patto per il Lavoro -sottolinea Roma- e che ha avuto notevole successo puntando sulla formazione dei giovani in raccordo con le opportunità che si venivano creando attraverso l’attrazione di investimenti in comparti tecnologici incentivati dalla presenza di rilevanti strutture destinate alla ricerca”.

“E’ un circuito che si autoalimenta positivamente e mette al centro di ogni strategia di sviluppo il capitale umano cui va riconosciuto in tutte le forme il merito e la centralità come motore di progresso. Il Primo Maggio quest’anno, più che mettere in luce i traguardi raggiunti in passato, deve aprire una grande campagna perché prevalga nel nostro futuro prossimo un’economia basata sull’ intraprendenza e capacità delle persone, e non sul primato degli algoritmi finanziari. E’ un ritorno al futuro che proprio la drammatica discontinuità attuale ci può aiutare a realizzare”, conclude Giuseppe Roma.

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