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Consorzi agrari/2 Federconsorzi e’ ricca, mentre l’agricoltura e’ sempre piu’ povera. L’inchiesta di Ecoseven.net

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Un tesoretto, quello della Federconsorzi, di 900 milioni di euro. Al quale pero’ gli agricoltori non possono accedere. E si fa cassa vendendo le sedi storiche dei consorzi

L’agricoltura piange. I prezzi sui campi scendono mentre salgono quelli al dettaglio sugli scaffali. Il caro gasolio, l’Imu e le nuove norme sulla fiscalità mettono in ginocchio un settore che è già piegato dalla crisi economica. E come per magia torna la questione dei consorzi agrari. In discussione – con tanto di ricorso e controricorso depositato alla Corte Suprema – il calcolo degli interessi sul credito nei confronti dell’amministrazione stabiliti dai giudici romani della Corte di appello sul dissesto Federconsorzi.

Vale a dire 4,4 punti percentuali con capitalizzazione semestrale su un tesoretto immobiliare da 900 milioni di euro. Il percorso giudiziario che sembrava ormai sulla strada della risoluzione, rischia di saltare e di tornare al punto di partenza. Già in passato non erano mancati alcuni tentativi per far accedere gli agricoltori al “tesoretto Fedit”: ci aveva provato il presidente della commissione Agricoltura del Senato Paolo Scarpa Bonazza Buora con l’emendamento al Milleproroghe 2010 – poi giudicato inammissibile – che avrebbe “sbloccato” i soldi della Federconsorzi, abrogato il comma 2 dell’articolo 5 della 410/1999, evitando lo “scioglimento” della Federconsorzi. E recuperare così l’eventuale avanzo da re-incanalare in nuovi progetti. Ma l’emendamento saltò e oggi, tra ricorsi e controricorsi, i tempi biblici per venire a capo della questione rischiano di diventare troppo lunghi per aspettare.

È così che beni immobiliari nati per essere funzionali alla produzione agricola vengono usati per fare cassa (non a caso è stato creato con Idea-Fimit un fondo ad hoc chiamato Agris). È successo a Verona, dove il Calv – il Consorzio lombardo-veneto – ha venduto due sedi storiche: quella di Villafranca, che è andata al Gruppo Eurospin; e la sede di Valeggio sul Mincio che è stata acquistata da un gruppo di investitori immobiliari di Verona che ne faranno un condominio di lusso con una trentina di appartamenti immersi nel verde. Se da una parte si fa cassa dall’altra si pensa a investire: Il Calv ha acquistato ad agosto 2011 un terreno vicino a Villafranca in località Madonna di Prebiano, proprio vicino all’aeroporto.

E si ritorna a bomba allo scandalo Federconsorzi: dal racconto stenografico della seduta dell’8 luglio della commissione parlamentare d’inchiesta emerge che il 26 maggio 1995 la Coldiretti costituì a Ravenna una società, la Germina Campus, che aveva come obiettivo quello di partecipare ad aste e all’acquisizione di società soggette a procedure concorsuali. La Germina Campus è la stessa che il 27 luglio 1995 stipulò l’atto di compravendita del Palazzo Rospigliosi, a Roma, attuale sede dell’organizzazione agricola. E che comprò il Pino in Località La Storta, al centro della via Cassia. Un terreno agricolo che diventò poi edificabile.

 

Nereo Brancusi

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