Equalitas e Luci sul Lavoro insieme per tavolo sul tema vino-lavoro

Condividi questo articolo:

Roma, 18 set. (Labitalia) – Avviare un tavolo permanente sul tema vino-lavoro che funga da osservatorio attivo su temi fondamentali, quali ad esempio il welfare e il cosiddetto giving back (letteralmente ‘restituzione’), al fine di continuare a trasferire lungo le filiere e quindi virtualmente sul prodotto finito le migliori pratiche del lavoro. Una sfida che l’impresa contemporanea, sempre più attenta a comminare nel proprio sviluppo la produttività con la crescita della qualità del lavoro e della convivenza sociale, affronta con la solida trasparenza della certificazione di parte terza per raggiungere, anche su questo tema, quegli obiettivi di sviluppo sostenibile riconosciuti globalmente dalle nazioni unite.

E’ questo il nuovo progetto in cantiere nato dalla collaborazione tra Equalitas e Luci sul Lavoro, annunciato oggi a Montepulciano nel corso dell’incontro dal titolo ‘Il ruolo del lavoro nella sostenibilità del vino’, che si è svolto nell’ambito dell’11ma edizione del Festival dedicato al mondo del lavoro, alla presenza di Riccardo Ricci Curbastro, presidente Equalitas; Michele Manelli, vicepresidente Equalitas; Paolo Cuccia, presidente Gambero Rosso spa; Paola Nicastro, direttore generale Anpal; Giuseppe Blasi, capo dipartimento Dipeisr-Mipaaf; Guillaume Cravero, strategic advisor Opswf – Global and EU Affairs; Carlo Dalmonte, presidente Gruppo Caviro; Mauro Del Barba, presidente Assobenefit; Stanislao Di Piazza, sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Un’unione di intenti, quella tra lo standard leader per la certificazione della sostenibilità nella filiera vitivinicola – promosso da Federdoc con altri partner tecnici di alto profilo – e l’ormai storica manifestazione organizzata da Eidos (Istituto Europeo di Documentazione e Studi Sociali) e dal Comune di Montepulciano, che punta a coinvolgere in prima linea il ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, attraverso Anpal, e che ha già catturato l’attenzione di amfori Bsci (movimento industriale che mira a monitorare e valutare gli standard sociali sul posto di lavoro attraverso la catena di fornitura globale), Brc-Gs (che ha recentemente emanato un standard specifico sull’etica del lavoro), il monopolio svedese (Systembolaget), il monopolio norvegese (Vinmonopolet), l’ente internazionale Oxfam ed altri partner ancora.

“Le tematiche sociali del lavoro – ha detto il presidente di Equalitas e di Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro – rivestono un ruolo chiave nell’approccio alla sostenibilità che si sta affermando a livello internazionale, in particolare per prodotti al consumo quali il vino. Equalitas opera da anni al fine di incoraggiare attivamente l’adozione di una cultura aziendale moderna e sostenibile da parte delle cantine italiane e dei mercati mondiali e, allo stesso tempo, di promuovere la diffusione di buone pratiche insieme allo sviluppo di idee ed innovazioni, anche sul tema del lavoro. Per questo motivo, con la precisa volontà di allargare il nostro raggio d’azione, si è perfezionata la collaborazione con Luci sul Lavoro e l’idea di proporre la creazione di un tavolo permanente sul tema vino-lavoro, che monitori, sviluppi e promuova politiche attive del lavoro volte al miglioramento organizzativo della filiera ed al suo sviluppo sostenibile. In sintesi, vogliamo dar vita ad un circolo virtuoso di pensiero e soprattutto ad una sorta di osservatorio attivo che potrebbe giovarsi delle informazioni raccolte sul campo con gli audit di sostenibilità afferenti ai vari schemi, a partire da Equalitas e dal nascente standard unico del Mipaaf”.

“Alla base di tutto – ha aggiunto il vicepresidente di Equalitas, Michele Manelli, vera anima del Festival – c’è la visione di un’impresa che non si accontenta di mostrarsi in regola con le leggi sul lavoro lungo tutta la propria filiera produttiva, ma vuole dimostrare a tutti e in primis al proprio consumatore, grazie allo strumento del marchio collettivo certificato, come si possa coniugare crescita delle produttività ed al contempo della qualità del lavoro in senso lato. Idealmente si può dire che grazie al consumo di questa bottiglia ideale di vino che vogliamo realizzare si può contribuire ad una società sempre migliore”.

Ad oggi Equalitas rappresenta per l’ambito vitivinicolo un modello di riferimento per la promozione della sostenibilità secondo i tre pilastri sociale, ambientale ed economico. Non a caso, sono già 17 le aziende certificate da Nord a Sud del Belpaese (talvolta si tratta di ‘filiere’, in quanto coinvolgono decine di aziende agricole), a cui si aggiungono ulteriori 24 aziende di filiera contrattualizzate o in procinto di certificarsi. Ultimo ad aderire, in ordine di tempo, è stato il gruppo Caviro, la più grande cantina d’Italia e la prima azienda del nostro Paese per volumi di vino prodotti. Ma tra i risultati raggiunti finora vale la pena ricordare anche Pro.s.e.c.co. Doc, il programma dell’omonimo Consorzio, propedeutico ad instaurare un sistema di gestione sostenibile della Denominazione, così come sta facendo il toscano Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano Doc. Equalitas è dunque uno standard a cui si ispirano piccole e grandi realtà e per il suo alto valore rappresenta il principale macrosistema virtuoso che sta alla base dello standard nazionale unico sul vino, a cui il Mipaaf sta già lavorando.

“L’impegno verso la sostenibilità, fortemente sostenuto dalla ministra Bellanova, porterà a breve – ha dichiarato Giuseppe Blasi, capo dipartimento Dipeisr del Mipaaf – al lancio del primo ‘sistema pubblico di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola’. Si tratta di un progetto che ha visto lungamente impegnato il Mipaaf, per essere immediatamente allineati ai principali obiettivi strategici contenuti nei più recenti documenti di programmazione adottati dalla Commissione europea, in particolare Green Deal, Farm to Fork e Biodiversità. Il tema del lavoro è senz’altro centrale anche per il Ministero dell’Agricoltura ed è proprio con iniziative come questa che è possibile attuare quella ‘contaminazione’ necessaria a sviluppare un’idea di sostenibilità realmente a 360°”.

“Anche se rappresentiamo il primo produttore italiano di vino – ha detto infine il presidente del Gruppo Caviro, Carlo Dalmonte – Caviro è governata dalle regole proprie della cooperazione ed ha come primo obiettivo quello di assicurare il reddito e il benessere ad ogni singolo agricoltore. Reddito significa lavoro e per noi lavoro significa dignità della persona, rispetto delle regole e sicurezza. Per questo motivo la dimensione sociale per il Gruppo è un aspetto fondamentale all’interno del nostro sistema di sostenibilità”.

Questo articolo è stato letto 11 volte.

Comments (12)

I commenti sono chiusi.

Ecoseven è un prodotto di Ecomedianet S.r.l. Direzione e redazione: Lungotevere dei Mellini n. 44 - 00193 Roma
Registrazione presso il Tribunale di Roma n° 482/2010 del 31/12/2010.redazione@ecoseven.net