2020: fiducia, speranza, unità e responsabilità, la guida di Mattarella contro il ‘virus nemico’
Roma, 24 dic. – (Adnkronos) – “L’Italia riscuote fiducia” e “quella stessa fiducia con cui si guarda, da fuori, verso il nostro Paese deve indurci ad averne di più in noi stessi, per dar corpo alla speranza di un futuro migliore”. Quando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronuncia queste parole la sera del 31 dicembre 2019 in occasione del tradizionale messaggio che saluta il passaggio dal vecchio al nuovo anno, nè lui nè gli italiani che lo ascoltano possono immaginare che a partire dalla fine di febbraio diventeranno le coordinate per affrontare la drammatica crisi sanitaria, sociale ed economica causata dalla pandemia del coronavirus.
E da quel 21 febbraio, quando a Vo’ Euganeo e a Codogno si materializzano i primi casi di contagio e di morte nel nostro Paese, il Capo dello Stato diventa il costante punto di riferimento per cittadini e istituzioni, invitandoli ad affrontare con “senso di responsabilità e unità di impegno”, un virus “che tende a dividerci” e che proprio per questo rappresenta “il vero nemico di tutti e di ciascuno”.
Messaggio che naturalmente non può rimanere relegato ai confini nazionali, perchè “la pandemia ha unito il destino dei popoli, ha reso ancor più espliciti i legami e gli equilibri che innervano il pianeta e l’intera umanità”.
Il Capo dello Stato perciò, nei giorni immediatamente successivi allo scoppio della pandemia, non esita a chiedere all’Unione europea “iniziative comuni, superando vecchi schemi ormai fuori dalla realtà delle drammatiche condizioni in cui si trova il nostro Continente”. E la sua voce si fa sentire quando qualcuno vorrebbe trascinare il nostro Paese sul banco degli imputati, rimproverandogli una gestione poco oculata dei propri bilanci.
L’Italia “si attende a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”, afferma dopo che la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha dichiarato che “non siamo qui per ridurre gli spread”. E a chi nei giorni delle frenetiche trattative sul Recovery fund vorrebbe utilizzare “categorie arbitrarie fra amanti della frugalità e cultori della non frugalità nell’Unione europea”, Mattarella ricorda che “negli ultimi 25 anni tra i grandi Paesi del G7 solo Germania e Italia sono quelli che hanno avuto un avanzo primario in bilancio di anno in anno”.
Con la Repubblica tedesca e con il Presidente Frank Walter Steinmeier un rapporto già intenso anche sul piano personale si intensifica ulteriormente in questi mesi, con contatti continui ed iniziative comuni e il Capo dello Stato riconosce il ruolo “di Berlino e di Parigi per dar vita a quello che è diventato il Recovery fund”.
Ma a Mattarella preme sottolineare a più riprese “la risposta collettiva che il popolo italiano sta dando all’emergenza, oggetto di ammirazione anche all’estero”. Un patrimonio che istituzioni e cittadini non debbono disperdere, per rispettare i tantissimi morti, i malati e “chi si è prodigato a curarli, conducendone tanti alla guarigione”. E per non vanificare i successi ottenuti contro un nemico la cui sconfitta definitiva appare ancora lontana.
Per questo “il pluralismo e l’articolazione delle istituzioni repubblicane sono e devono essere moltiplicatori di energie positive, ma questo viene meno se, nell’emergenza, ci si divide”. Quindi no “a polemiche scomposte” rincorrendo “illusori vantaggi di parte, a fronte di un nemico insidioso che può travolgere tutti”.
Anche perchè nessuno può lasciarsi “ingannare dal pensiero ‘a me non succederà’: questo modo di pensare si è infranto contro casi innumerevoli di disillusione, di persone che la pensavano così e sono state investite dal coronavirus”.
Certo, ricorda Mattarella “talvolta viene evocato il tema della violazione delle regole di cautela sanitaria come espressione di libertà. Non vi sono valori che si collochino al centro della democrazia come la libertà. Naturalmente occorre tener conto anche del dovere di equilibrio con il valore della vita, evitando di confondere la libertà con il diritto far ammalare altri”.
“Siamo tutti chiamati a una prova di orgoglio, di senso della misura, di responsabilità” con “fiducia nelle possibilità” che ha l’Italia, “nell’obiettivo comune di difendere la salute delle persone e di assicurare la ripresa del nostro Paese”.
Fiducia, futuro, speranza. Le parole chiave pronunciate un anno fa dal Capo dello Stato, risuonate nel corso di un drammatico 2020 e che probabilmente ancora una volta verranno ricordate agli italiani tra qualche giorno, perchè diventino una molla capace di spingere in avanti istituzioni e cittadini verso un 2021 “che restituisca serenità e assicuri prospettive rassicuranti e positive”.
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