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Un pianeta in emergenza da ondate di calore

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James Hansen studioso delle NASA: “ritenevo il problema del surriscaldamento proiettato nel futuro, ma tutto sta accelerando incredibilmente”, non c’è più tempo da perdere, puntiamo sulle rinnovabili

Per le ultime ondate di calore non c’è altra spiegazione che il cambiamento climatico”. Si apre così un articolo del Corriere che riporta il punto di vista del direttore del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, James Hansen, per il quale è necessario ritoccare al rialzo le stime sull’aumento di temperatura media nel nostro pianeta. Se tale valore è stato pari a 0,5 °C nell’ultimo secolo, il dato preoccupante è riconducibile ai trend relativi agli ultimi sessant’anni riguardanti la porzione di territorio terrestre esposta ad ondate di caldo anomalo, passando da un valore dello 0,1% a circa il 10%.

Le conclusioni a cui giunge lo studioso evidenziano come l’elemento antropico abbia negli ultimi anni accentuato notevolmente un processo naturale ciclico e in atto nel mostro pianeta; evidenze peraltro supportate dagli studi scientifici di altri enti di ricerca internazionali (tra tutti NOAA, Met Office, IPCC), secondo i quali gli effetti della produzione dei gas serra da una parte e la progressiva distruzione di vegetazione e conseguente cementificazione dei suoli dall’altra, stiano contribuendo in maniera sostanziale al progressivo riscaldamento del nostro pianeta.

L’articolo si chiude con l’auspicio che una sensibilizzazione diffusa sull’argomento possa portare ad una progressiva spinta all’innovazione per tutte le tecnologie sostenibili, gettando le basi per la definitiva affermazione di un economia verde, in modo da spalancare scenari di ripresa e occupazione.

Al di là di studi contrastanti e conclusioni più o meno fondate scientificamente, è giusto che il mondo intero si interroghi ed auspichi ad una progressiva necessità di tecnologie che siano rispettose dell’ambiente. In questo argomento il settore dell’energia può porsi, ed in parte lo sta già facendo, come traghettatore verso un futuro che necessariamente dovrà essere migliore delle attuali previste evoluzioni del “nostro” presente.

“Non possiamo continuare a trascurare importanti dichiarazioni come questa di Hansen” spiega Simone Togni, Presidente dell’ANEV “Il nostro Pianeta è in pericolo e le istituzioni devono trovare delle soluzioni urgenti per cercare di contenere la situazione. Per ridurre le emissioni di CO2 è necessario puntare tutto sulle rinnovabili ed in particolare sull’eolico, che permetterebbe il risparmio di 23.4 milioni di tonnellate di CO2 , 53.326 tonnellate di NOX, oltre 38 mila tonnellate di SO2 e circa 6 mila tonnellate di polveri sottili, sfruttando tutto il suo potenziale. L’energia eolica nel 2011 ha fatto risparmiare 15 milioni di barili di petrolio”.

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