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I Borghi più Belli d’Italia: Valle d’Aosta

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Paesaggi e panorami incantevoli che regalano piccoli tesori di peculiare bellezza

La Valle d’Aosta, ricca di paesaggi e panorami incantevoli, regala, nel suo piccolo, tesori di peculiare bellezza. Due piccoli borghi, infatti, raccontano un po’ lo spirito della regione più a nord d’Italia.

Il borgo di Etroubles poco distante da Aosta, è da sempre un luogo di passaggio, dove circolano idee e si incrociano opere e correnti artistiche.

Da piccola stazione sulla Via Francigena, Etroubles è diventato un importante centro culturale in Valle d’Aosta, senza disperdere le sue tradizioni, come l’emozionante Veillà che fa risorgere per una sera i vecchi mestieri della montagna, e il carnevale della Comba Frèide con le sue maschere e i chiassosi costumi ispirati alle uniformi napoleoniche.

Proprio il Carnevale della Comba Frèide, il giovedì grasso, rappresenta uno degli eventi più particolari.

Nella “Valle Fredda” i personaggi del carnevale storico, qui chiamati landzette, hanno il volto coperto da maschere di legno o plastica e richiamano nei costumi le uniformi colorate dei soldati napoleonici arrivati qui nel maggio 1800, confezionati a mano, adorni di perline e paillettes e di specchietti che allontanano le forze maligne.

Ad agosto, invece, ha luogo la Veillà, altro evento di punta del borgo di Etroubles. Lungo la via principale, dal 1984, rinascono i vecchi mestieri, come la lavorazione della fontina, la battitura del ferro, l’allevamento delle pecore.

Anche la Bataille des Reines, ogni due anni a luglio, si annovera come uno degli eventi di particolare interesse.

Durante queste giornate, le bovine di razza pezzata nera e castana valdostana si affrontano a colpi di corna per contendersi il titolo di regina. Uno spettacolo che non si presenta cruento, ma sfrutta il naturale spirito combattivo delle bovine che determina la gerarchia della mandria.

Da queste mucche si ricava il prezioso latte che dà vita ad un prodotto speciale come la fontina d’alpeggio Dop di Étroubles, ricca di gusto e profumi, celebrata come una delle migliori della regione, grazie ai pascoli incontaminati e alla perizia dei casari.

Un formaggio che caratterizza anche uno dei piatti tipici del borgo, come la zuppa con fontina e pane nero, fatto con segale e frumento, richiama uno degli appuntamenti più importanti per la comunità. Ancora oggi, il pane si cuoce nel forno a legna comunitario una volta l’anno, a novembre, e si conserva a lungo sul ratelì (rastrelliere) mediante essicazione.

Ma Etroubles si presenta principalmente come un museo a cielo aperto, con una ventina di opere d’arte disseminate nelle vie, nelle piazze, sulle facciate delle case. “À Etroubles, avant toi sont passés …”, infatti, si intitola il percorso artistico nel vecchio borgo, dove lo sguardo si posa in continuazione su sculture, installazioni, opere pittoriche contemporanee.

Ad accendere la fantasia, nel borgo medievale, sono le stradine in ciottolato, i fontanili da cui sgorga l’acqua fresca del monte Vélan, le abitazioni ristrutturate in pietra locale con i tetti in lòse, secondo le tipologie architettoniche tradizionali.

Nelle costruzioni rurali dominano il legno e la pietra, perché i contadini impiegavano i materiali che trovavano sul posto.

Oggi il borgo è zona pedonale, le aree verdi, i prati e gli alpeggi sono ben tenuti, i balconi sono sempre fioriti, la Via Francigena è oggetto di manutenzione accurata, molti angoli e vie sono stati riqualificati. Étroubles è la dimostrazione di come la montagna riesca a sopravvivere senza snaturarsi e cedere ad un turismo a volte troppo invasivo.

Il rapporto con la montagna, in questo borgo, caratterizza anche il tempo libero. Qui è possibile praticare sci alpino e nordico, snowboard, alpinismo e tutte le attività legate alla montagna, sia d’inverno sia d’estate, mentre le piste per lo sci di fondo partono da Etroubles e proseguono nei comuni di Saint-Oyen e Saint-Rhémy-en-Bosses.

Il secondo borgo valdostano è Bard.

In Valle d’Aosta c’è il più piccolo comune italiano che conta poco più di cento abitanti, ma con una  posizione strategica che lo ha da sempre reso il fulcro di attività commerciali e militari.

Bard, infatti, si estende a ridosso di un imponente promontorio roccioso ed è dominato dall’omonimo forte che, dopo un accurato restauro, è diventato un polo culturale con musei permanenti e esposizioni temporanee di livello internazionale.

Proprio il Forte di Bard presenta la parte più culturale e artistica del borgo.  Una fortezza che, rinata dalle proprie ceneri, ora rappresenta il centro principale di divulgazione della cultura alpina. Al Forte si può accedere con gli ascensori panoramici e visitare il Museo delle Alpi, le Prigioni, il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere.

All’interno del Forte di Bard si trova lo spazio permanente Alpi dei ragazzi, un ambiente ludico-didattico che insegna ai più giovani, e non solo, ad avvicinarsi alla montagna nel modo più corretto, dalla preparazione del materiale alla conoscenza delle insidie da affrontare, il percorso si conclude con l’ascesa virtuale del Monte Bianco.

Nei pressi del Forte si trova anche un importante geosito archeologico caratterizzato dalle “marmitte dei giganti”, cavità formate dalla forza erosiva delle acque subglaciali, da incisioni rupestri e dallo “scivolo delle donne”, che si credeva favorisse la fertilità.

Bard viene attraversato dalla Via Francigena, il sentiero di pellegrinaggio più conosciuto dell’antichità che nell’ultimo decennio viene ripercorso da un numero sempre maggiore di camminatori. Questo itinerario, nella sua ultima tappa in territorio valdostano, percorre tutto il borgo ai piedi del forte.

Ma Bard è anche luogo di feste e tradizioni, tra cui Marché au Fort, una mostra-mercato dei prodotti enogastronomici tipici della Valle d’Aosta organizzata nella seconda domenica di ottobre. Oltre ai banchi dei produttori, vi si possono trovare degustazioni, attività divulgative, visite del territorio e spettacoli.

E poi la Napoleonica, l’Armata di Riserva di Napoleone al Forte di Bard, una rievocazione storica che si tiene ogni due anni nel primo week-end di settembre. La manifestazione ricorda il passaggio delle truppe napoleoniche a Bard nel maggio 1800, nell’episodio che ha visto il forte come strenuo difensore dell’invasione francese, con accampamenti, battaglie e mercatino di oggettistica napoleonica.

Alessandro Campa

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