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Versace rinuncia alle pellicce vere

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La pelliccia come status symbol subisce un altro duro colpo ora che anche Versace ha deciso di non venderne più

Fece storia il manifesto che ritraeva Marina Ripa di Meana completamente nuda, con le braccia incrociate e la scritta provocatoria, proprio sotto le gambe: «L’unica pelliccia che non mi vergogno d’indossare». Era il 1996 e quella era una campagna contro l’uso delle pellicce di foca che fece davvero grande scalpore nel nostro paese. 

È una scelta etica, politica e di grande rispetto degli animali quella di rifiutare l’uso delle pellicce animali e infatti, nel corso del tempo, sono stati in molti ad abbracciarla. Di recente anche il settore della moda sta prendendo questa direzione: anche se per molto tempo la pelliccia ha fatto tendenza, essendo vista come un segno particolare, una scelta stravagante, la crescente consapevolezza dei diritti degli animali l’ha trasformata più in un insulto che in abbigliamento di lusso.

Abbiamo assistito alle dichiarazioni di Armani, Calvin Klein, Givenchy, Gucci, Hugo Boss, Ralph Lauren e Tom Ford, in questo senso: anche loro, tra gli altri, hanno deciso di rimuovere le pellicce vere dalle loro collezioni. Eppure, un brand aveva resistito: tra le molte case di moda che, in questi anni, si sono schierate, Versace è rimasta muta, perseverando in passerelle eccessive di visoni e pellicce di ogni sorta.
Almeno fino ad ora.

È notizia recente la dichiarazione di Donatella Versace che, durante un’intervista, ha annunciato che avrebbe smesso di usare le pellicce di animale per la casa di moda della sua famiglia. «Pelliccia? Ho finito con quello», ha detto la Versace.

«Non voglio uccidere animali per fare moda. Non mi sembra giusto».
E quindi anche le passerelle e i negozi di Versace ne faranno a meno. Saremo sempre più pieni di pellicce sintetiche, riducendo a zero gli animali morti da portarsi addosso.
Meno male.

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