Fieragricola di Verona: si parla di Pac, la riforma europea che non piace all’Italia
L’Italia unita chiede a voce unica di cambiare la Pac. E di basarla sul valore delle produzioni. Al primo posto la sicurezza alimentare
È la politica agricola europea il comun denominatore dell’edizione 2012 della Fieragricola di VeronaFiere. Con tutto il mondo del settore primario unito “contro” la proposta di riforma Ue, basata sulla superficie. Ad aprire i giochi è stato proprio il Dg agricoltura dell’Unione Josè Silva Rodriguez, spiegando che Bruxelles “non vuole fare una riforma che vada contro gli interessi italiani”. Anche perché l’Italia “è sempre stato il paese più rappresentativo del settore agroalimentare” e ha sempre puntato sulla diversificazione svolgendo il ruolo di paese “conciliatore”.
Ma i presidenti delle organizzazioni agricole Giuseppe Politi – Cia – , Sergio Marini – Coldiretti, e Mario Guidi – Confagricoltura, non hanno lasciato margini di discussione: La Pac si deve basare sulla produzione perché al primo posto c’è la sicurezza alimentare. Le derrate alimentari scarseggiano e l’agricoltura dei paesi deve tornare ad essere competitiva.
Dopo anni di produzione in eccedenza si è tornati al bisogno di fare volume. E sul Greening, la misura che indirizza la riforma verso una sostenibilità ambientale, hanno picchiato duro: l’agricoltura non ha bisogno di essere giustificata a livello ambientale attraverso una misura “verde”. In sostanza come dire che il settore primario “vale i soldi che vengono spesi dall’Ue”.
Anche il presidente della commissione agricoltura della Commissione Agricoltura Paolo De Castro ha ribadito il concetto legato alla produzione e al valore aggiunto che il lavoro nei campi produce se sostenuto da un know-how come quello del made in Italy. E ha lanciato un sasso nello stagno: viene il sospetto – ha detto – che il Greening sia una strategia per recuperare i soldi dati al settore.
Dato che, se gli agricoltori non aderiranno – perché svantaggioso economicamente -, il budget legato a questa misura tornerà a Bruxelles. Infine il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha ricordato da Verona come non ci si possa più permettere un sistema di sostegno agli agricoltori basato sulla proprietà fondiaria invece che sul lavoro. Perché “non sarebbe eticamente giusto”.
Nereo Brancusi
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