L’agricoltura del futuro e’ sociale: promette lavoro, reddito e tutela dell’ambiente

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In Italia sono 365 le aziende che fanno parte ufficialmente della rete soldiale. Ma sono oltre 3000 i disabili che sono inseriti nel mondo del lavoro. E 4000 coloro ch usufruiscono dei servizi offerti

Agricoltura come settore multifunzionale che fa da trait-d’union tra il concetto di produzione, di tutela ambientale e di sostegno solidale. È l’agricoltura sociale, forte in paesi come Olanda, Germania e Gran Bretagna, che unisce l’utile sociale all’utile economico. Anche perché tutto questo, se messo in rete e supportato da un’organizzazione adeguata e risorse sufficienti, si trasforma in mercato.

In pratica consente di valorizzare il settore primario e mobilizzare risorse ancora inespresse promuovendo progetti che da un lato rappresentano servizi per i più svantaggiati, e dall’altro rappresentano opportunità di lavoro per gli imprenditori. L’istituto nazionale di economia agraria ha condotto un’indagine conoscitiva sul settore per sensibilizzare il mondo politico ad approntare una normativa che possa garantire lo sviluppo in Italia di Agricoltura sociale che oggi coinvolge ufficialmente solo 365 aziende agricole.

Anche attraverso fondi nazionali ed europei. “L’agricoltura sociale – spiega il presidente della commissione Agricoltura della Camera dei deputati Paolo Russo – coniuga comportamenti etici e capacità produttiva in un mix in grado di valorizzare persone e specificità territoriali”. Oggi la Rete solidale riunisce le aziende agricole che affiancano alla propria attività principale legata alla produzione, progetti a sfondo sociale, che creano occupazione per persone diversamente abili, ex detenuti, ragazzi delle sezioni carcerarie minorili, ex tossicodipendenti, ed offrono servizi (ippoterapia, riabilitazione) alle categorie più deboli, come gli anziani. In Italia oltre 3000 disabili sono inseriti lavorativamente nelle fattorie sociali e 4000 persone usufruiscono dei loro servizi di assistenza. Le produzioni interessate sono quelle biologiche, che "avvicinano" alla natura chi lavora la terra.

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