Nasce un orto alla Luiss
L’università Guido Carli si impegna nella lotta allo spreco e nella tutela dell’ambiente con il premio “Non sprecare” e un orto nella sede di viale Romania
La tutela dell’ambiente fa bene anche alla crescita economica. Del resto, di recente la Commissione Europea ha stimato la nascita di 580.000 nuovi posti di lavoro grazie al recupero e allo sviluppo di un nuovo modello di “economia circolare”. Anche l’università Luiss ha perciò deciso di dedicare molta attenzione alla materia e lo ha fatto aprendo direttamente nella sua sede di viale Romania un orto dove coltivare ortaggi e alberi da frutta. L’orto è nato dalla riqualificazione di uno spazio verde trasformato in un’area ad hoc da seminare e coltivare con passione ad opera degli stessi studenti.
“La sostenibilità sistemica – ha spiegato Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’Ateneo – è una sfida sociale complessa e affascinante. Richiede lenta e ponderata riflessione ma anche dinamismo e creatività. Visione e condivisione, multidisciplinarietà, e coinvolgimento allargato. Tutto questo vogliamo trasmetterlo ainostri studenti anche con un laboratorio formativo come è l’orto, capace di catalizzare idee ed energie per far si che diventino generatori di un cambiamento virtuoso”.
La Luiss ricorda come alcune stime di McKinsey calcolino che una percentuale tra il 60 e l’80% delle risorse vengono sprecate al termine del percorso lineare di estrazione-produzione-consumo-rifiuto dei prodotti. Mentre, grazie all’economia circolare, solo nel mercato dei prodotti di largo consumo, si potrebbero risparmiare ben 700 miliardi di dollari all’anno. E solo per l’Italia 10 miliardi di euro di derrate alimentari attualmente disperse. Per questo l’università ha voluto celebrare la capacità di non sprecare con un Premio, nato e pensato per promuovere progetti e buone pratiche per combattere sia lo spreco che le sue contraddizioni.
Il premio “Non sprecare” è stato assegnato qualche giorno fa alla scuola Principe di Piemonte (nella sezione scuole), per aver sperimentato l’iniziativa dell’orto didattico; alla start up Breading, piattaforma contro lo spreco del cibo; all’Associazione Terre Colte, per il progetto di riuso delle terre abbandonate e incolte e di creazione di nuovi posti di lavoro e alla Cooperativa Società Barikamà di prodotti biologici, che coinvolge giovani ragazzi vittime di sfruttamento e di razzismo.
La tutela dell’ambiente fa bene anche alla crescita economica. Del resto, di recente la Commissione Europea ha stimato la nascita di 580.000 nuovi posti di lavoro grazie al recupero e allo sviluppo di un nuovo modello di “economia circolare”. Anche l’università Luiss ha perciò deciso di dedicare molta attenzione alla materia e lo ha fatto aprendo direttamente nella sua sede di viale Romania un orto dove coltivare ortaggi e alberi da frutta. L’orto è nato dalla riqualificazione di uno spazio verde trasformato in un’area ad hoc da seminare e coltivare con passione ad opera degli stessi studenti.
“La sostenibilità sistemica – ha spiegato Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’Ateneo – è una sfida sociale complessa e affascinante. Richiede lenta e ponderata riflessione ma anche dinamismo e creatività. Visione e condivisione, multidisciplinarietà, e coinvolgimento allargato. Tutto questo vogliamo trasmetterlo ainostri studenti anche con un laboratorio formativo come è l’orto, capace di catalizzare idee ed energie per far si che diventino generatori di un cambiamento virtuoso”.
La Luiss ricorda come alcune stime di McKinsey calcolino che una percentuale tra il 60 e l’80% delle risorse vengono sprecate al termine del percorso lineare di estrazione-produzione-consumo-rifiuto dei prodotti. Mentre, grazie all’economia circolare, solo nel mercato dei prodotti di largo consumo, si potrebbero risparmiare ben 700 miliardi di dollari all’anno. E solo per l’Italia 10 miliardi di euro di derrate alimentari attualmente disperse. Per questo l’università ha voluto celebrare la capacità di non sprecare con un Premio, nato e pensato per promuovere progetti e buone pratiche per combattere sia lo spreco che le sue contraddizioni.
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