Riconoscimento Igp per la patata del Fucino
Il tubero abruzzese ottiene il marchio che garantisce l’origine di provenienza. Impariamo a conoscerne le diverse varieta’
Le patate non sono tutte uguali. Quella del Fucino è da sempre fra le più amate e utilizzate in Italia, grazie alle sua capacità di cuocere in modo uniforme e di mantenere il bel colore anche dopo la cottura. Oggi per i produttori e per i consumatori del prezioso tubero arriva la bella notizia del riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta (IGP) che garantisce l’origine di provenienza.
L’altopiano del Fucino, a 700 metri di altezza, conosce un regime climatico caratterizzato da inverni freddi e piovosi e da estati calde, che risulta particolarmente adatto alla coltivazione di ortaggi. Già la carota del Fucino ha ottenuto il riconoscimento IGP. Nell’altopiano, dove un tempo c’era un lago, su 16000 ettari, quasi 3000 vengono impiegati nella coltivazione della patata.
Il riconoscimento IGP è il frutto di un lungo lavoro svolto dall’ dall’Associazione Marsicana Produttori Patate (Ampp). Costituita nel 1985, riunisce circa 400 produttori con una produzione media di 35.000 tonnellate di patate destinate sia alla trasformazione industriale che al mercato del fresco.
Ricca di azoto, fosforo e potassio e a polpa secca (una caratteristica tipica delle coltivazioni ad alta quota) la patata del Fucino ha una consistenza solida, con poca acqua, e ciò permette al calore di entrare a fondo e di cuocere la patata in modo uniforme senza formare la patina di zucchero che ostacola il calore. Il colore della pasta va dal giallo chiaro a giallo più intenso mentre la buccia può essere chiara, ma anche rossa.
Anche per le patate del Fucino, infatti, esistono diverse varietà: per esempio l’Agata, a pasta gialla color paglierino, indicata un po’ per tutti gli usi. L’Agata e l’Universa sono anche quelle maggiormente consigliate da bollire. L’Agria, invece, è indicata soprattutto per purè e gnocchi e, insieme all’Universa e alla Marabel, è ottima al forno o arrosto. Infine Agria e Laura sono le più adatte per la frittura.
a.s.
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