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Fitoestrogeni e alimentazione

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Cosa sono i fitoestrogeni? Che funzione svolgono? Possono davvero contrastare i tumori?

Gli ormoni sono delle sostanze in grado di legarsi a specifici recettori cellulari ed esercitare azioni biologiche differenti. Nel nostro organismo vengono prodotti moltissimi ormoni, tra cui ormoni tiroidei, ormoni sessuali, insulina, etc. che agiscono su diverse classi cellulari.

Anche le piante producono ormoni che servono alla pianta stessa per le proprie funzioni. Ma ci sono alcune classi di ormoni vegetali (fitormoni) che, grazie alla loro particolare struttura chimica, si possono legare ai recettori cellulari umani degli estrogeni ed esercitare quindi un’azione di tipo estrogenico (a volte anche di tipo antagonistico).

Sebbene siano in grado di legarsi ai recettori umani, i fitoestrogeni hanno un potere di stimolazione notevolmente inferiore (100-1000 volte più basso) a quello degli ormoni prodotti dal nostro organismo.

Distinguiamo tre classi principali di fitoestrogeni:

  1. Isoflavoni: genisteina, gliciteina, daidzeina, biocanina A
  2. Cumestani: cumestrolo, 4-metossicumestrolo
  3. Lignani: enterodiolo, enterolattone

Le fonti alimentari principali in cui possiamo ritrovare questi composti bioattivi sono: soia e derivati; legumi; trifoglio rosso; chiodi di garofano; semi di girasole, lino e sesamo; cereali integrali, luppolo; frutta e verdura in generale.

Sono stati fatti molti studi per capire i possibili effetti sull’uomo di queste sostanze ed è stato visto che esercitano un’attività antiossidante ed estrogenica.

Osservazioni epidemiologiche sulle popolazioni asiatiche, la cui alimentazione è molto ricca di soia, ha evidenziato una minore incidenze di disturbi associati alla menopausa, riduzione del rischio cardiovascolare, riduzione dei tumori alla mammella, all’endometrio e all’ovaio e una minore incidenza dell’osteoporosi.

Ulteriori studi e metanalisi condotte sull’argomento non hanno però confermato in via definitiva gli effetti dei fitoestrogeni sui sintomi della menopausa, tra cui vampate di calore, secchezza dei genitali, etc. anche se i benefici derivanti dall’assunzione di ginesteina necessitano ancora di ulteriori studi.

Anche il possibile ruolo antitumorale dei fitoestrogeni non è ancora del tutto confermato.

Sembrerebbe che ci sia un’azione antitumorale nelle donne che godono di buona salute mentre devono prestare attenzione quelle che hanno una storia familiare di tumore alla mammella. Gli effetti positivi sui disturbi cardiovascolari sembra confermato, in particolare si riscontra una diminuzione della pressione arteriosa associata ad un miglioramento dell’assetto lipidico. 

Un aspetto importante che riguarda l’assunzione di fitoestrogeni è legato alla buona salute del nostro intestino. La maggior parte dei fitoestrogeni che noi assumiamo con la dieta è in una forma che deve essere metabolizzata dalla flora intestinale.

In questo modo si formano i composti bioattivi i quali vengono assorbiti dall’intestino e possono esercitare la loro azione. Da questo si evince come uno squilibrio della flora intestinale porti ad un’alterazione dell’assorbimento e dell’effetto di queste sostanze. Per cui bisogna prestare molta attenzione al tipo di alimentazione e ad eventuali terapie antibiotiche che distruggono il microbioma intestinale.

Per questo motivo è utile assumere prodotti ricchi di fitoestrogeni in associazione con probiotici, i quali migliorano la microflora intestinale e aumentano la biodisponibilità di questi fitormoni.

Concludiamo dicendo che, sebbene non vi siano evidenze di possibili effetti collaterali nell’assunzione di fitoestrogeni, è bene prestare attenzione in quei soggetti con una storia familiare di tumori ormono-dipendenti (mammella, ovaio e endometrio).

Inoltre è sconsigliato l’uso in gravidanza e durante l’infanzia, in quanto potrebbe portare ad alterazioni nello sviluppo dell’apparato riproduttivo maschile. Infine, viene sconsigliato l’uso di prodotti della soia in chi soffre di disturbi tiroidei, in quanto contrasta con la funzionalità di questa ghiandola.

Paolo Gozzo

Bibliografia:

http://www.iss.it/binary/prvn/cont/RB_fitoestrogeni_ITA.pdf

Lethaby A, Marjoribanks J, Kronenberg F, Roberts H, Eden J and Brown J. 2013. Phytoestrogens for menopausal vasomotor symptoms. Cochrane Database Syst Rev. 10;12:CD001395

Sirotkin AV and Harrath AH. 2014. Phytoestrogens and their effects. Eur J Pharmacol. 15;741:230-6.

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