I bambini sono molto sensibili al cibo spazzatura mostrato nei cartoni animati

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Uno studio rileva che i cibi malsani trattengono l’attenzione dei bambini più a lungo di quanto non facciano gli alimenti sani

I cartoni animati intrattengono e divertono i bambini, ma c’è qualche preoccupazione che possano anche modellare le loro preferenze alimentari. Per questo i ricercatori della University of Vienna hanno voluto progettare uno studio che ha coinvolto 56 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 6 e i 12 anni: per scoprire se c’era una differenza nel modo in cui i bambini rispondevano al cibo spazzatura davanti ai cartoni animati, rispetto a quello che facevano col cibo sano.

Durante lo studio gli sono state mostrate delle immagini di cartoni con protagonisti che per metà del tempo mangiavano cibi sani, come fette di mela e banane, e per l’altra metà alimenti insalubri, come il gelato e la pizza. Gli alimenti erano simili per dimensioni, complessità e colore. I ricercatori hanno utilizzato dispositivi di tracciamento degli occhi per registrare la quantità di attenzione che i bambini hanno dato alle due diverse tipologie di cibo che hanno incontrato nel cartone.

Quello che hanno scoperto era esattamente quello che immaginavamo: il cibo ha evocato una risposta fisiologica e psicologica nei bambini e, anche se l’interesse visivo iniziale era lo stesso, indipendentemente da quanto il cibo fosse salubre, a lungo termine, il cibo spazzatura ha vinto, catturando l’attenzione dei bambini più a lungo.
Anche il modo in cui i personaggi dei cartoni animati interagivano con il cibo (cioè guardando, toccando, consumando) ha avuto un effetto sui bambini: un aumento del livello di interazione col cibo ha portato ad un aumento dell’attenzione visiva.

La ricerca non ha dimostrato un impatto sui livelli di fame dei bambini, ma come hanno dimostrato studi precedenti, il fatto che gli alimenti insani abbiano presa sulla loro attenzione li fa diventare suscettibili a quegli alimenti, gli fa prendere confidenza e glieli fa riconoscere nei supermercati.
La pubblicità alimentare, insomma, rimane motivo di grande preoccupazione nella lotta per il miglioramento della salute dei bambini e la riduzione del tasso di obesità infantile.

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