La dipendenza dal gioco ora è una malattia

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L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica la dipendenza da gioco come una condizione di salute mentale

Nella sua undicesima Classificazione Internazionale delle malattie (ICD), l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di includere la dipendenza dal gioco. La bozza del documento lo descrive come un modello di comportamento di gioco persistente o ricorrente così severo da avere la precedenza rispetto agli altri interessi e alle altre normali attività della vita.

Alcuni paesi l’avevano già classificato in questo senso, come un importante problema di salute pubblica, ma nell’ultima versione dell’ICD, che è stata completata nel 1992, non c’era ancora. Questa guida contiene codici per tutte malattie, segni e sintomi che vengono utilizzati da medici e ricercatori per monitorare e diagnosticare le malattie, per questo è molto importante che una malattia del genere venga introdotta.
Quello che viene suggerito è che il comportamento anomalo di reiterazione continua del gioco può essere definito patologico dopo un’osservazione di almeno 12 mesi, ma che questo tempo può essere abbreviato se i sintomi sono gravi.

I sintomi includono:

  • compromissione del controllo (frequenza, intensità, durata);
  • priorità rispetto a tutto il resto;
  • continuazione o aumento del gioco nonostante le conseguenze negative.

Un segnale davvero molto importante questo dell’OMS perché ratificando questa malattia dà l’opportunità al personale sanitario di creare servizi specializzati. Solo vedendo medicalizzata la condizione, le persone la prenderanno sul serio.

Molti paesi sono alle prese con il problema – in Corea del Sud il governo ha introdotto una legge che vieta l’accesso ai minori di 16 anni ai giochi online tra mezzanotte e le sei di mattina; in Giappone, i giocatori vengono avvisati se trascorrono più di una certa quantità di tempo ogni mese a giocare e in Cina, il gigante di internet Tencent ha limitato le ore in cui i bambini possono giocare ai giochi più popolari.
La speranza è che dopo questa decisione dell’OMS, la situazione possa migliorare.

 

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